La nuova riforma dell’Irpef per la busta paga 2022 avvantaggia i redditi medio-alti, decisamente meno quelli bassi.
Nonostante il taglio delle aliquote, sono molti i lavoratori che non vedranno un reale beneficio.
Busta paga 2022
È apparso subito chiaro che la “sforbiciata dell’Irpef” studiata dall’esecutivo in carica si sta focalizzando in modo quasi esclusivo sui redditi elevati, lasciando le categorie che, maggiormente hanno necessità di una boccata di ossigeno, a bocca asciutta!
Insomma i benefici di chi guadagna meno, sono praticamente inesistenti. Questa riforma che era stata invocata dai partiti ovvero: “abbassare l’aliquota dei contribuenti nella fascia di reddito 28.000-55.000“, mostra di non combattere le forti diseguaglianze presenti nel nostro Paese.
Se voleva essere un taglio Irpef per accontentare tutti non si è centrato il bersaglio.
La riduzione reale è per i redditi medi: fra 40 e 45mila euro di reddito lordo annuo. In questa fascia il risparmio medio, se confrontato con le regole attuali arriva al 6,4%, che può arrivare al 7,5% per i dipendenti, al 3,9% per gli autonomi o al 4,2% per i pensionati.
Secondo quando affermato dal segretario della Cgil Maurizio Landini: ” Non è fattibile un’operazione che tuteli i redditi alti mentre per quelli bassi, che non arrivano a fine mese, non ci sono risposte”.
Infatti continua Landini: “L’ipotesi di lavoro per cui fino a 15mila euro di reddito non ci sarebbero benefici fiscali è una cosa che non si giustifica”.
Chi avrà 900 euro in più