Strage di Licata, l’ultima telefonata del killer alla moglie: “Ho sterminato tutti, perdonami”

Licata: la moglie di Angelo Tardino, Mariella Cammilleri, è stata la prima a sapere della mattanza avvenuta tre giorni fa in contrada Safarello, nell’agrigentino.

Licata
Licata – LettoQuotidiano.it

La donna ha raccontato delle continue liti tra il marito e il cognato, per i terreni lasciati in eredità dal padre dei fratelli Tardino.

La strage di Licata

È arrivato a casa del fratello Diego intorno alle 6 di mercoledì 26 gennaio. Ha avuto con lui una violenta discussione, come sempre più spesso accadeva negli ultimi tempi.

Poi ha impugnato la sua Beretta calibro 9 e ha fatto fuoco contro il fratello. Almeno 4 colpi, tutti andati a segno.

Dopo il primo delitto, in preda alla furia, Angelo Tardino, imprenditore agricolo di 48 anni, ha cercato gli altri componenti della famiglia di Diego.

Ha ucciso prima la cognata Alexandra, poi i due figli: Alessia, 15 anni, e Vincenzo, 11. Proprio quest’ultimo aveva tentato di nascondersi, avvolgendosi in una coperta sotto il letto, come è stato ritrovato dai carabinieri qualche ora dopo.

La telefonata alla moglie

Prima di togliersi la vita, Angelo Tardino ha telefonato alla moglie, Mariella Cammilleri. Una telefonata concitata, durata solo pochi istanti, durante la quale il 48enne le ha detto:

“Ho sterminato tutti, anche i bambini, che non c’entravano nulla. Ti prego perdonami, la mia vita è finita”.

In un attimo la donna ha compreso tutto e ha cercato di prendere tempo, per allertare le forze dell’ordine. Pochi istanti dopo il marito ha riagganciato.

Così Mariella è corsa in caserma, ma i militari dell’Arma stavano già cercando di convincere il killer, in collegamento telefonico con loro, ad arrendersi.

alessia
alessia – lettoquotidiano.it

In un primo momento sembrava che Angelo volesse farlo, poi si sono sentiti due spari. L’imprenditore è stato trovato in fin di vita in un terreno in contrada Safarello. Accanto al corpo l’altra pistola con cui era arrivato a casa del fratello, una Belardinelli.

Trasferito all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta, è morto poco dopo.

Tra i due fratelli, come testimoniato anche dalla Cammilleri, non scorreva buon sangue. Sembra che Angelo fosse molto invidioso di Diego. Negli ultimi tempi le discussioni si erano fatte molto più accese per via di un mancato punto di accesso in un terreno che il padre dei due fratelli aveva lasciato ai figli.

Questioni economiche, strascichi irrisolti, sembrerebbero esserci questi dietro la strage di Licata e la mano omicida del killer, che ha sterminato un’intera famiglia, lasciando orfani i suoi due bambini.

“Ho paura per quello che potrebbe accadere. Ho paura per i miei figli. Siamo andati via dalla palazzina dei Tardino, dove abita mio suocero”

ha riferito la vedova di Tardino a La Repubblica.

Restano ora le domande, tante, che la donna continua a porsi, quasi come un mantra:

“Se lo avessi visto quella mattina avrei capito qualcosa? Avrei potuto fermarlo?”

Quesiti che, forse, non troveranno mai una risposta.

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