Il giornalista Vincenzo Mollica, dopo aver seguito dal balconcino dell’Ariston 39 Festival di Sanremo ha dovuto ritirarsi. Vediamo perché.
Nel corso della sua lunga carriera Vincenzo Mollica ha avuto la possibilità di intervistare tanti tra i più grandi big del mondo dello spettacolo.
Vincenzo Mollica: il critico più amato della tv
Il giornalista Rai Vincenzo Mollica non è stato soltanto un critico cinematografico. Nel corso della sua lunga carriera, infatti, è stato scrittore (di libri, poesie e favole), è stato curatore di programmi televisivi di successo ed amico di grandi artisti quali Fellini, De Andrè e Pratt.
Anno dopo anno, è stato affidato a lui il compito, sulle reti Rai, di raccontare il mondo dello spettacolo, con la sua classica professionalità condita da un abbondante dose di leggerezza. Un critico che, stando a chi ha potuto conoscere ed apprezzare la sua carriera, in realtà non ha mai criticato nessuno.
Classe 1953, Vincenzo Mollica è originario di un paesino in provincia di Reggio Emilia, Formigine. La sua infanzia, però, la trascorse in Canada. Tornò in Italia soltanto all’età di 7 anni, questa volta, in provincia di Reggio Calabria. Dopo essersi laureato ad Urbino, nel 1980 approdò in Rai. Il resto è storia: divenne uno dei primi (ed unici) giornalisti specializzati in spettacolo.
Il suo addio a Sanremo
L’anno 2020 ha segnato per Vincenzo Mollica quello della pensione. Ecco perché, sin dal 2021, il suo posto sul balconcino del teatro dell’Ariston è stato vuoto. Una carriera che s’è conclusa non soltanto per raggiunti limiti d’età ma anche per via della sua malattia. Non una ma ben tre con cui il giornalista si è trovato a dover fare i conti con l’avanzare del tempo.
Diabete, Morbo di Parkinson e glaucoma sono stati definiti da lui stesso tre fiji de ‘na m… perché contro di loro si deve trovare a fare i conti, giorno dopo giorno. In particolare, il glaucoma gli fu diagnosticato già in tenera età. Avrà avuto 7/8 anni quando un oculista in Calabria disse ai genitori che, con gli anni, loro figlio sarebbe potuto diventare cieco.
Di se stesso, il giornalista ha sempre affermato di non sapere cosa sia la depressione. Ciò gli è stato possibile perché è sempre stato sorretto dalla famiglia ma anche dal lavoro che ha sempre amato. Tra i suoi ultimi lavori, un libro di aforismi che ha dettato all’assistente virtuale Siri.