Francesco Chiarello era ricoverato all’ospedale Cardarelli di Napoli, in condizioni gravissime. Aveva riportato ustioni sul 70% del corpo.
L’uomo era stato soccorso inizialmente da 2 gommisti e un carabiniere, che avevano tentato di spegnere le fiamme con un estintore.
Insegnante 33enne si dà fuoco
Aveva portato con sé una tanica di benzina, se l’era rovesciata addosso e con un accendino si era dato fuoco. È il gesto estremo che un insegnante 33enne campano, il 31 gennaio scorso, mise in atto davanti alla caserma dei carabinieri di Rende (Cosenza).
L’uomo venne soccorso inizialmente da un carabiniere e due gommisti, Roberto Viatore e Dmytro Berezyakche, che lavorano in zona e che provarono a spegnere le fiamme con degli estintori.
Trasferito in un primo momento all’ospedale Annunziata di Cosenza, era stato poi portato al Centro grandi ustionati dell’ospedale Cardarelli di Napoli, vista la gravità delle sue condizioni. Questa mattina è deceduto nel nosocomio campanio.
Francesco Chiarello aveva riportato ustioni su oltre il 70% del corpo e a nulla sono serviti i vari interventi chirurgici a cui i medici del nosocomio campano lo hanno sottoposto.
Il quadro clinico è precipitato nelle ultime ore e questa mattina il suo cuore ha smesso di battere.
Le motivazioni dietro il gesto estremo
Resta ora da chiarire cosa abbia spinto il giovane insegnante a mettere in atto il gesto estremo che gli è costato la vita. L’uomo insegnava a Cosenza e in Lombardia, ma era originario della Campania.
Francesco Chiarello non avrebbe lasciato nessun biglietto, né una spiegazione per motivare il drammatico gesto. Nessun conto in sospeso con le forze dell’ordine, che non avevano mai svolto indagini a suo carico, quindi la scelta del luogo in cui darsi fuoco potrebbe essere stata casuale.
A poche ore dal suo gesto è stata smentita anche la fake news che Chiarello si fosse tolto la vita per protestare contro il Green Pass.
Il 33 aveva già ricevuto le prime due dosi di vaccino ed era in attesa della terza somministrazione.
Le motivazioni restano quindi ancora un giallo.
“Chiediamo silenzio e rispetto del dolore e della privacy, purtroppo già ampiamente violata, anche per consentire al personale sanitario di agire nel migliore dei modi e senza alcuna pressione mediatica”
avevano chiesto i familiari, all’indomani della tragedia.
Pochi giorni prima di mettere in atto il drammatico gesto, Francesco Chiarello era rientrato nella cittadina cosentina dove risiedeva.
Qualche settimana prima aveva chiesto un periodo di ferie al dirigente scolastico dell’Istituto in Lombardia in cui svolgeva la sua professione d’insegnante.
Erano ormai diversi anni che l’incarico gli veniva rinnovato annualmente.