La Corte d’Assise di Genova ha condannato i due fratelli, Alessio e Simone, accusati di aver ucciso il padre, Pasquale Scalamandrè, il 10 agosto del 2021, al culmine di una lite.
L’uomo era stato denunciato dalla sua ex moglie per maltrattamenti e comportamenti violenti. Alessio e Simone Scalamandrè sono accusati di omicidio volontario in concorso, aggravato dal vincolo di parentela.
L’omicidio di Pasquale Scalamandrè
Era il 10 agosto 2021 quando Pasquale Scalamandrè, 68 anni, venne ucciso in un’abitazione di Pontedecimo, Genova, in via Garrone.
Quella sera l’uomo, che era già stato denunciato dalla moglie per maltrattamenti e comportamenti violenti, era andato a casa dei due figli, Alessio e Simone, 30 e 22 anni rispettivamente, per chiedergli di convincere la madre e persuadere anche i due ragazzi a ritirare la denuncia contro di lui.
Scoppiò una violenta lite e Pasquale Scalamandrè morì sotto i colpi di un mattarello e altri oggetti contundenti sferrati dai due figli.
Come riferisce Rainews, fu il maggiore dei due fratelli, Alessio, ad allertare i soccorsi, confessando tutto ai carabinieri e addossandosi tutte le colpe.
In quei giorni la madre dei due imputati, già ospitata in una struttura protetta, era fuori città e l’ex marito ne aveva approfittato per tentare quella strada con i due ragazzi.
Le condanne per Alessio e Simone Scalamandrè
Come riferisce Tgcom24, nel pomeriggio di lunedì, 21 febbraio, la Corte d’Assise di Genova ha pronunciato la sentenza di condanna per Alessio e Simone Scalamandrè.
I due fratelli sono stati condannati rispettivamente a 20 e 14 anni di carcere. Le accuse sono di omicidio volontario in concorso, aggravato dal vincolo di parentela.
Il pm aveva chiesto per loro 22 anni.
Soddisfatti gli avvocati della parte civile: Irene Rebora, Stefano Bertone e Greta Oliveri.
“Sentenza che rafforza la nostra convinzione, sul fatto che i due imputati in maniera fredda e calcolata, abbiano ucciso il loro padre”
hanno detto i tre legali dei parenti della vittima.
Di ben altro parere il legale di Alessio e Simone Scalamandrè, Luca Rinaldi, che dovrà attendere 90 giorni per la lettura delle motivazioni, dopodiché partirà il ricorso.
Pasquale Scalamandré ai suoi figli non poteva nemmeno avvicinarsi, per via di un provvedimento dell’autorità giudiziaria.
Quella notte però aveva ignorato il provvedimento del giudice nei suoi confronti e si era recato a casa dei figli, tentando di convincerli a ritirare le accuse, in vista del processo che lo vedeva imputato e che si sarebbe svolto di lì a breve.