Uno dei segreti della bontà delle chiacchiere di carnevale risiede di certo nel tipo di frittura, in grado di farne un dolce friabile dalle tipiche bolle.
È il loro periodo, che seppur breve considerato che si preparano solo a carnevale, li rende uno dei dolci più graditi e amati dai bambini.
Chiacchiere di carnevale
I nomi di questo tipo di preparazione dolciaria varia da regione a regione, possono avere il nome di frappe, sfrappe, cioppe o bugie e via così…
Tanti nomi perché in diverse regioni sono preparate e cucinate nei giorni di carnevale. Per quanto riguarda la tradizione, si tratta di dolci, chiamati frictilia, che si consumavano nel periodo dei Saturnali (il nostro Carnevale) dell’Impero Romano.
La loro preparazione era piuttosto semplice, si preparavano in grandi quantità e si associavano al sanguinaccio, il quale oggi è stato sostituito dal cioccolato.
La sua preparazione era abbastanza sostanziosa, fritto nello strutto, e preannunciava i giorni di magra della Quaresima.
I consigli di Iginio Massari
Tralasciando l’uso dello strutto, una delle regole fondamentali della frittura è la temperatura dell’olio. La sua temperatura varia, non solo in base al tipo di prodotto, ma anche in relazione base alla dimensione del prodotto che andremo a friggere.
Infatti la quantità di olio contenuto nella padella necessariamente dovrà essere tale da consentire al prodotto di friggere, senza toccare il fondo, che inevitabilmente non restituirebbe un cibo cotto alla perfezione. Ogni parte del prodotto che stiamo friggendo deve avere la facilità di muoversi immerso nell’olio, senza che alla fine si attacchino gli uni agli altri.