I due cuginetti stavano chiacchierando sull’uscio di casa, a Vittoria, quando un Suv, guidato da Rosario Greco, li travolse. Il piccolo Alessio morì la sera stessa della tragedia, Simone si spense qualche giorno dopo in ospedale.
Dura la reazione dei parenti delle due vittime alla notizia dell’annullamento della sentenza d’Appello. “Solo la nostra condanna è a vita” ha commentato il papà di Alessio.
Due cuginetti travolti e uccisi da un Suv: la condanna d’Appello per Rosario Greco
Era la sera dell’11 luglio del 2019, quando due cuginetti di 11 e 12 anni, Alessio e Simone, vennero travolti da un Suv mentre erano seduti sui gradini delle loro abitazioni in via IV Aprile, a Vittoria, Ragusa.
L’auto, guidata da Rosario Greco, figlio di un boss ragusano, sbandò, travolse i due cuginetti, per poi terminare la sua folle corsa contro un muretto, poco più avanti.
Greco, anziché ammettere le sue colpe, scese dalla vettura e si finse completamente estraneo ai fatti.
Nonostante i soccorsi immediati, il piccolo Alessio morì la sera stessa dell’incidente; il cuginetto Simone, che aveva subito l’amputazione delle gambe, si spense qualche giorno dopo in ospedale.
La notizia della sua morte arrivò proprio proprio mentre si celebravano i funerali del cuginetto.
Nel febbraio del 2021 la Corte d’Appello di Catania ha confermato la pena di 9 anni di reclusione a Rosario Greco, inflitta al culmine del processo con rito abbreviato.
Per l’automobilista, l’accusa è di duplice omicidio stradale, aggravato dall’alterazione psicofisica dovuta all’utilizzo di sostanze alcoliche e stupefacenti.
Quella sera Rosario Greco aveva bevuto e assunto droga e in quello stato si era messo alla guida del Suv, con cui aveva poi travolto e ucciso i due cuginetti.
La Cassazione annulla la condanna
Come riferisce Il Corriere, la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza d’appello di condanna per Rosario Greco.
Grande rammarico da parte dei parenti delle due vittime.
“Pensavamo che almeno quei nove anni, che a noi sembrano comunque una pena troppo piccola, venissero mantenuti. Sicuramente la pena non verrà aumentata ma diminuita. La nostra condanna è a vita: i nostri figli sono stati uccisi da una persona che guidava in stato di alterazione, a velocità folle. Solo la nostra condanna è a vita”
ha commentato Alessandro D’Antonio, papà del piccolo Alessio.
Si dovranno attendere ora 30 giorni per leggere le motivazioni della decisione adottata dalla Corte di Cassazione, che potrebbe essere legata a una circostanza aggravante.
Il legale delle due famiglie fa sapere che la colpevolezza di Rosario Greco non è stata messa in discussione, visto che l’imputato è tuttora in carcere.