Mentre l’esercito russo avanza verso un’altra centrale nucleare, Mosca dichiara la prima tregua nella guerra in Ucraina per l’evacuazione dei civili, ma il sindaco di Mariupol ha riferito che gli attacchi continuano, nonostante il cessate il fuoco.
Critiche dal presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky dopo la decisione adottata dalla Nato di non creare una No Fly Zone sui cieli del Paese invaso dai Russi.
Mosca concede una tregua
Dopo 10 giorni di combattimenti serrati, si accende una piccola, labilissima speranza nella guerra che si sta combattendo nel cuore dell’Europa.
Mosca ha concesso una tregua dai bombardamenti, per permettere l’evacuazione dei civili.
Corridoi umanitari sono stati aperti questa mattina per consentire l’evacuazione degli oltre 200mila abitanti di Mariupol e dei più di 15mila di Volnovakha.
L’evacuazione della città di Mariupol è stata però posticipata, perché i bombardamenti russi sarebbero proseguiti nonostante l’ordine di cessate il fuoco.
A denunciarlo il sindaco della città, Vadim Boychenko, che ha scritto sui social:
“I russi continuano a bombardarci e a usare l’artiglieria. È pazzesco. I nostri civili sono pronti a fuggire ma non possono scappare sotto i bombardamenti”.
Una tregua che non sembra ancora aver preso piede.
La no fly zone della Nato
Intanto, l’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord ha annunciato che non disporrà alcuna no fly zone sui cieli dell’Ucraina, per evitare che il conflitto si estenda ancora di più.
“Abbiamo la responsabilità, come alleati della Nato, di prevenire che questa guerra si estenda oltre l’Ucraina. Perché sarebbe ancora più pericoloso, più devastante e costerebbe ancora più sofferenza umana”
ha annunciato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.
Una decisione che non sarebbe stata gradita dal presidente Zelensky, che ha invitato i suoi concittadini a combattere ancora contro l’invasore.
In attesa della terza tranche di colloqui di pace, che si terranno la prossima settimana, domani il presidente russo, Vladimir Putin, avrà un colloquio telefonico con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si riunirà invece il prossimo lunedì per discutere della crisi umanitaria scaturita dalla guerra.
Intanto la capitale dell’Ucraina sta trattando con Mosca per ottenere l’apertura di altri corridoi umanitari, come quelli che sono stati forniti a Mariupol, per salvare altri abitanti dall’assedio dei bombardamenti.
Dalla notte scorsa è in corso l’avanzata dei russi verso la seconda centrale nucleare più grande dell’Ucraina, l’impianto di Yuzhnoukrainsk nell’oblast di Mykolaiv.
A renderlo noto l’ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield.
L’armata russa sarebbe ormai a una 30ina di chilometri dalla centrale.