Tre persone, tra cui i genitori della vittima, sono finiti in manette nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Catania.
La ragazza era costretta a convivere con il suo aguzzino, che in cambio delle prestazioni sessuali dell’adolescente, forniva ai genitori della ragazza cibo e denaro.
Sesso in cambio di cibo e soldi: orrore a Catania
Una storia terribile quella che arriva da Catania, dove due coniugi e un amico della coppia sono finiti in carcere con accuse pesantissime.
Stando a quanto emerso dalle indagini condotte dalla direzione distrettuale antimafia di Catania, una ragazza di 14 anni sarebbe stata costretta per mesi a convivere e ad avere rapporti con il suo padrino di cresima, che in cambio avrebbe fornito ai genitori di lei cibo e soldi.
Le accuse per i 3 imputati sono gravissime: violenza sessuale, sequestro di persona, riduzione in schiavitù, atti sessuali con minorenne, cessione di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivo di armi clandestine, ricettazione e minaccia a pubblico ufficiale.
Erano proprio i genitori della ragazza, come accertato dai carabinieri di Catania, ad accompagnarla a casa del suo aguzzino, dove la lasciavano per settimane intere.
Quegli stessi genitori avrebbero più volte ripreso e picchiato la figlia, perché si comportasse bene con il suo padrino, soddisfacendo tutte le sue richieste.
Venerdì mattina la Procura di Catania ha emesso per i genitori della 14enne e il padrino di cresima un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Stando a quanto emerso nelle indagini, il 43enne non si “limitava” ad abusare della ragazza, ma la picchiava quando lei cercava di scappare via.
Le violenze sarebbero iniziate nel 2020, quando i servizi sociali avevano segnalato l’assenza prolungata da scuola della figlia minore della coppia.
In quell’occasione, il padre della 14enne aveva minacciato l’assistente sociale che si era interessata al suo caso.
I tre sono ora finiti in carcere, mentre le figlie della coppia sono state affidate a una struttura per minori.
Shock nel milanese: allieve del maneggio costrette a baci e palpeggiamenti
Un’altra storia di violenza e abusi quella che arriva da Milano, dove un uomo di 71 anni, presidente di un maneggio, è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di aver palpeggiato e baciato le giovani allieve della struttura sportiva.
Come riferisce La Stampa, in un caso il 71enne avrebbe:
“Costretto una ragazzina minorenne a compiere atti di masturbazione in suo favore”.
Dopo l’arresto, gli investigatori hanno perquisito un appartamento dell’imputato sito fuori Milano, dove i militari dell’Arma hanno scoperto armi e munizioni detenute illegalmente.