Un’esecuzione in piena regola quella di cui è rimasto vittima Natale Caravello, 43enne di Palermo, ucciso la sera del 10 marzo scorso.
Il killer, un ragazzo di 20 anni, nipote di un boss, ha confessato di aver ucciso Caravello perché si opponeva al suo fidanzamento con la figlia minore della vittima.
L’omicidio di Natale Caravello
La mafia non c’entra nulla. Per la morte di Natale Caravello, 43enne di Palermo, il movente non ha nulla a che vedere con un agguato mafioso, anche se la modalità con cui si è svolto il delitto sembrava raccontare altro.
La sera del 10 marzo scorso, Caravello è stato ucciso con due colpi di pistola alla testa che non gli hanno lasciato scampo.
L’uomo si è accasciato ai piedi del suo motorino. Quando i carabinieri e i sanitari del 118 sono giunti sul posto, per la vittima non c’era ormai più nulla da fare.
Qualche ora dopo il delitto, si è costituito il presunto assassino di Natale Caravello. Si tratta di un ragazzo di 20 anni, Alessandro Sammarco, tra l’altro nipote di un boss.
Ieri mattina il giovane si è recato al comando dei carabinieri, accompagnato dal suo legale, confessando l’omicidio. Sammarco ha raccontato di aver incontrato per caso la vittima, ma il fatto che fosse armato sembra suggerire altre intenzioni agli inquirenti.
Parla la figlia della vittima
In un lungo post, intriso di rabbia e dolore, Francesca Caravello, figlia maggiore della vittima, ha provato a fare chiarezza sul movente dell’omicidio.
Al contrario di quanto molte testate hanno titolato, il killer di Natale Caravello non era fidanzato con la figlia della vittima, ma ne era piuttosto ossessionato.
Voleva intraprendere una relazione con la ragazza, che a quanto pare non voleva. Un rifiuto che Sammarco non ha accettato, al punto da uccidere colui che pensava fosse l’ostacolo reale tra lui e la ragazza.
“Mio padre è stato brutalmente ucciso solo per dare una dimostrazione che quando parlava diceva vero! Sta di fatto che la dimostrazione l’ha data, ma ci ha rovinato la vita, non gli ha fatto nemmeno provare la gioia di accompagnarmi all’altare!”
ha scritto la ragazza sui social.
Alessandro Sammarco ha raccontato di non aver preso la mira quando ha ucciso Caravello, ma i colpi dritti alla testa del 43enne sembrano raccontare tutt’altro.
A lanciare l’allarme sono stati i residenti, che hanno udito gli spari e hanno allertato i carabinieri.
Il killer è stato quindi condotto in carcere con l’accusa di omicidio.