Francesco Fadda uccise con una coltellata al collo la sua ex compagna, Zdenka Krejcikova, in un bar di Sorso, il 15 febbraio del 2020, dove la donna aveva cercato di rifugiarsi insieme alle sue bambine.
L’omicidio avvenne sotto gli occhi delle due figlie di lei. Fadda è stato condannato anche all’isolamento diurno di un anno e al pagamento di una provvisionale da 200mila euro a testa per le parti civili.
L’omicidio di Zdenka Krejcikova
Era il 15 febbraio del 2020 quando Zdenka Krejcikova, 40enne di origine ceca, venne uccisa con una coltellata al collo inflittale dall’ex compagno, Francesco Fadda.
La donna aveva già denunciato il suo ex per le violenze subite e i continui maltrattamenti, ma temendo ritorsioni da parte di Fadda, soprattutto nei confronti delle sue due bambine, il 14 febbraio, al cospetto del giudice, ritirò la denuncia.
L’indomani mattina Francesco Fadda seguì Zdenka sotto casa. La donna, che era con le sue due figlie, cercò di rifugiarsi in un bar vicino in via del Sorso, a Sassari.
Fadda la seguì fin dentro il locale e la uccise con una coltellata al collo, talmente violenta che il coltello si piegò.
Poi caricò il corpo della donna e le bambine nella sua auto e lasciò Zdenka sotto casa di un amico di lei. Dopodiché fuggì in auto con le bimbe.
La sua folle fuga terminò il giorno seguente, quando i carabinieri lo fermarono in un parcheggio di Ossi.
Le accuse e la condanna all’ergastolo
La Corte d’Assise di Sassari ha condannato Francesco Fadda all’ergastolo. Le accuse nei confronti dell’uomo sono di: omicidio volontario premeditato, sequestro di persona, resistenza a pubblico ufficiale, porto di coltello e tortura.
Quest’ultimo reato viene contestato nei confronti delle due figlie della vittima, costrette ad assistere all’efferato omicidio della madre.
Nel processo si sono costituite parte civile la madre di Zdenka Krejcikova e le due bambine.
Fadda è stato condannato anche all’isolamento diurno di un anno e al pagamento di una provvisionale da 200mila euro a testa per le parti civili.
Sul corpo della donna, il medico legale riscontrò numerose ecchimosi, segno evidente dei maltrattamenti che la vittima era stata costretta a subire anche prima dell’omicidio.
L’esame autoptico accertò che Zdenka Krejcikova morì per asfissia in seguito a collasso polmonare, soffocata dal suo stesso sangue.
Nonostante i soccorsi, allertati da alcuni avventori del bar, per la vittima non ci fu nulla da fare. Troppo profonda la ferita riportata in seguito all’accoltellamento.