Secondo i giudici della Corte d’Appello di Brescia, l’81enne era incapace di intendere e di volere, quando, in preda a un delirio di gelosia, uccise la moglie a coltellate.
Antonio Gozzini, 81 anni, uccise la moglie Cristina Maioli, 62 anni, insegnante di scuola superiore, vegliandone il cadavere per ore prima di chiamare una vicina di casa, raccontandole tutto.
L’omicidio di Cristina Maioli
Era il 4 ottobre del 2019 quando Antonio Gozzini, 79 anni all’epoca dei fatti, uccise la moglie, Cristina Maioli, nella loro abitazione in via Lombroso a Brescia.
L’uomo, ex assistente tecnico e scolastico in pensione, colpì la vittima prima con un mattarello, poi, una volta tramortita, si accanì su di lei con un coltello, colpendola alla gola e alle gambe.
Prima di lanciare l’allarme, vegliò il cadavere della moglie per 24 ore. Poi, chiamò una vicina di casa, chiedendo di chiamare i carabinieri.
L’uomo tentò poi di togliersi la vita, tagliandosi i polsi.
Quando i carabinieri di Brescia giunsero sul luogo del delitto, fu subito chiaro che l’omicidio fosse avvenuto diverse ore prima.
Antonio Gozzini venne soccorso e trasferito in ospedale per curare le ferite che lui stesso si era inferto, riuscendo a salvarsi.
L’ombra della depressione e l’assoluzione
Stando a quanto ricostruito dopo l’omicidio, sembra che Antonio Gozzini soffrisse da tempo di depressione.
Negli ultimi tempi l’uomo si era convinto che la moglie lo tradisse, senza aver mai avuto prova di ciò.
Per Antonio Gozzini, il procuratore generale aveva chiesto una condanna a 21 anni di carcere, ritenendo l’81enne capace d’intendere e di volere, mentre la difesa ne aveva chiesto la piena assoluzione.
La sentenza d’Appello ha confermato quanto stabilito in primo grado. Secondo il giudice, quando ha ucciso la moglie, l’imputato era affetto da un delirio di gelosia che lo ha portato a compiere l’omicidio.
“La sua gelosia patologica non era mai emersa prima dell’omicidio. Se n’è parlato solo a posteriori solo nel tentativo di trovare una causa di non punibilità”
aveva detto il procuratore generale, durante il dibattimento di primo grado.
Anni fa Antonio Gozzini era stato in cura per una forma di depressione legata alla perdita di un figlio.
Negli ultimi mesi la patologia era ricomparsa, tanto che sembra che Cristina Maioli volesse convincere il marito a rivolgersi a uno specialista per curare la sua depressione.
I vicini di casa avevano sempre descritto Antonio Gozzini e la moglie come una coppia riservata, che non aveva mai dato segnali prima di quella tragica notte.