I genitori di Sergio di Bella hanno sporto denuncia ai carabinieri di Nesima, che hanno sequestrato la cartella clinica dell’adolescente per chiarire cosa sia accaduto.
Lo scorso 13 marzo il ragazzo era arrivato al Policlinico di Catania con una paralisi a una gamba. Dimesso con la diagnosi di una colica renale, il giorno seguente è tornato in ospedale, dove è poi deceduto.
Sergio Di Bella: dal ricovero al decesso
È arrivato al Policlinico di Catania la sera del 13 marzo scorso, lamentando la paralisi a una gamba.
Nonostante la grave sintomatologia, Sergio Di Bella, 17 anni, era stato dimesso la sera stessa con la diagnosi di una colica renale e la relativa cura da seguire.
Il giorno seguente, intorno alle 4 del mattino, il ragazzo perde i sensi. Così i genitori lo riportano al Policlinico di via Santa Sofia, dove Sergio Di Bella morirà qualche ora dopo nella sala operatoria del reparto di cardiochirurgia vascolare.
I genitori sporgono denuncia
I genitori del ragazzo hanno sporto denuncia ai carabinieri di Nesima, per chiarire cosa sia davvero successo nell’ospedale siciliano e se il figlio avesse potuto salvarsi.
La mamma ha riferito ai militari che, nonostante la paralisi alla gamba, i medici non hanno ritenuto necessario sottoporre il ragazzo a una Tac o a qualche esame più specifico.
L’ipotesi più plausibile è che Sergio Di Bella sia stato colpito da una dissezione aortica.
La dissecazione o dissezione aortica è una malattia di tipo vascolare in cui si lacera la parete interna dell’aorta.
Il rischio di mortalità è molto elevato e le cause di questa malattia possono essere varie.
La maggior parte delle dissezioni dell’aorta si verificano a causa dell’ipertensione arteriosa, che provoca un laceramento della parete arteriosa. Per confermare la diagnosi basta una radiografia.
Per ridurre la pressione arteriosa è necessaria una terapia farmacologica, mentre la lacerazione viene riparata con intervento chirurgico.
Ieri pomeriggio è stata eseguita l’autopsia sul corpo di Sergio Di Bella presso il policlinico di via santa Sofia. Per i risultati bisognerà attendere i prossimi giorni.
Il ragazzo era in buona salute e non aveva mai avuto problemi fisici. Al momento il medico che era di turno al pronto soccorso la sera del primo ricovero del 17enne è stato iscritto nel registro degli indagati.
Una misura necessaria per consentire gli accertamenti del caso e capire se la morte del 17enne potesse essere evitata.