Marco Vannini oggi avrebbe compiuto 27 anni: le tappe della vicenda, dall’omicidio al processo

Marco Vannini venne ucciso la sera del 18 maggio 2015 da un colpo di pistola, esploso da Antonio Ciontoli, padre della sua fidanzata.

Marco Vannini
Marco Vannini con i genitori – LettoQuotidiano.it

Oggi il giovane bagnino di Ladispoli avrebbe spento 27 candeline.

L’omicidio di Marco Vannini

Era la sera del 18 maggio 2015, quando Marco Vannini morì nella villetta di proprietà della famiglia della sua fidanzata, Martina Ciontoli.

Il giovane bagnino di Ladispoli morì per un colpo di pistola esploso da Antonio Ciontoli, papà di Martina, che si è sempre difeso parlando di una tragica fatalità.

A confermare la teoria dell’incidente anche gli altri componenti della famiglia Ciontoli.

Nel processo di primo grado, Antonio Ciontoli fu condannato a 14 anni di carcere.

Marco Vannini, bagnino 21enne di Ladispoli, era nella vasca da bagno quando fu raggiunto da un colpo di pistola, esploso dal papà di Martina.

Un colpo solo, che gli risultò fatale. Nessuna delle persone presenti in casa quella sera – Martina, il fratello Federico Ciontoli e la madre dei due ragazzi, Maria Pezzillo – allertò subito i soccorsi.

Quaranta minuti dopo il ferimento di Marco, arrivò la prima chiamata al 118: all’altro capo del telefono c’era Federico Ciontoli.

La madre però chiuse la chiamata, dicendo all’operatore che avrebbe richiamato, nel caso fosse stato necessario.

Sei minuti dopo la mezzanotte arrivò la seconda chiamata al 118 da casa Ciontoli: a parlare questa volta era Antonio Ciontoli, che spiegò all’operatore di un ragazzo che si era infortunato con la punta di un pettine.

L’ambulanza arrivò 17 minuti dopo. Vista la gravità della situazione, venne allertato l’elisoccorso per trasportare Vannini al Policlinico Gemelli.

L’elicottero fu costretto ad atterrare due volte per l’aggravarsi delle condizioni di Marco.

Erano da poco passate le 3 del mattino, quando Marco Vannini morì.

Le condanne ai Ciontoli

Il 3 giugno dello scorso anno la Corte di Cassazione ha messo la parola fine ad una vicenda giudiziaria lunga 6 anni.

Gli ermellini hanno ritenuto colpevoli per la morte di Marco Vannini tutti i componenti della famiglia Ciontoli.

Antonio Ciontoli è stato condannato a 14 anni di carcere, mentre la moglie e i due figli, Martina e Federico, sono stati condannati a 9 anni e 4 mesi ciascuno.

Marina Conte
Marina Conte – LettoQuotidiano.it

“CI SIAMO BATTUTI PER 6 ANNI, LA PAURA C’È SEMPRE MA CI ABBIAMO CREDUTO FINO ALLA FINE. ORA GIUSTIZIA È FATTA”

aveva detto mamma Marina dopo la proclamazione della sentenza.

Due testimoni a processo con l’accusa di falsa testimonianza

Se le indagini per l’omicidio di Marco Vannini sono concluse, non è ancora stata scritta la parola fine per il secondo filone del processo, quello che vede indagati Davide Vannicola e Giovanni Bentivoglio per falsa testimonianza.

Secondo l’accusa i due imputati depistarono le indagini sulla morte di Marco Vannini, dichiarando che il comandante della caserma dei carabinieri di Ladispoli, Roberto Izzo, aveva favorito Antonio Ciontoli.

In particolare Vannicola asserì che ad uccidere Marco sarebbe stato Federico Ciontoli, parlando di una confidenza fattagli proprio da Izzo.

Parole che però non hanno mai trovato riscontro.

“Siamo felici che finalmente il suo onore sia stato reintegrato. Se la Procura di Civitavecchia non avesse lavorato bene come ha fatto, tutto questo avrebbe nuociuto soprattutto alla famiglia Vannini”

ha detto il legale del maresciallo Izzo, Rossana Iania.

Impostazioni privacy