I carabinieri hanno diffuso le foto degli abiti trovati insieme al cadavere, rinvenuto nei giorni scorsi in un borsone nel fiume Po.
Al momento si esclude che possa trattarsi di Isabella Noventa o Samira El Attar, i cui corpi non sono mai stati ritrovati.
Orrore nel Po: trovato cadavere di donna in un borsone
Chi l’ha uccisa ha deciso che nessuno dovesse riconoscerla, così all’orrore dell’omicidio ha aggiunto quello della decapitazione e del taglio delle mani.
È in questo stato che nei giorni scorsi, in un borsone rinvenuto all’altezza di Occhiobello, nel fiume Po, è stato scoperto il cadavere di una donna.
Un corpo mutilato, che sarà difficile riconoscere, nonostante il Dna sia già stato estratto.
Nei prossimi giorni sarà comparato con quello delle tante donne scomparse negli ultimi mesi, per le quali è stata sporta denuncia, ma al momento nessuna risposta è arrivata dalle analisi.
Quel che è certo è che la vittima non aveva più di 30 anni ed era di carnagione bianca. Al momento si esclude che possa trattarsi di Isabella Noventa o Samira El Attar, i cui corpi non sono mai stati ritrovati.
Gli inquirenti hanno anche escluso che si tratti di Andreea Alice Rabciuc, la 27enne rumena scomparsa l’11 marzo scorso, mentre partecipava a una festa in un casolare a Maiolati Spontini (Ancona).
Diffuse le immagini degli abiti
Per aiutare l’identificazione del corpo, i carabinieri hanno diffuso le foto degli abiti trovati insieme al cadavere, rinvenuto il 4 aprile scorso, in un borsone nel Po.
Si tratta di una camicia blu con ricami colorati, un paio di jeans scuri e una giacca rosa.
Secondo le prime analisi, la morte della donna risalirebbe a circa 3 settimane prima della scomparsa.
Ancora non è chiaro quale arma abbia usato l’assassino per ucciderla, ma è ormai certo che la vittima sia morta per ferite d’arma da taglio.
La decapitazione e l’amputazione delle mani sarebbero stati messi in atto dopo la morte della giovane donna.
Il mistero sull’identità della vittima è ancora fitto, ma la diffusione delle immagini degli abiti potrebbero fornire un valido aiuto agli inquirenti.
A ritrovare il corpo sulla sponda del fiume Po è stato un dipendente dell’Aipo, Davide Martini, che il 4 aprile scorso stava effettuando un monitoraggio con la sua imbarcazione.
L’uomo ha visto i vestiti e ha sentito un forte odore provenire dal borsone, così ha immediatamente allertato i carabinieri che hanno scoperto il corpo della vittima.