Il marito di Melania Rea, Salvatore Parolisi, è stato condannato a 20 anni di carcere. La figlia Vittoria, che aveva 18 mesi all’epoca del delitto, è stata affidata ai genitori materni.
Una settimana prima dell’omicidio, l’ex caporalmaggiore scrisse alla sua amante, la soldatessa 26enne Ludovica, con cui stava intrattenendo una relazione clandestina.
L’omicidio di Melania Rea
Era il 18 aprile 2011, esattamente 11 anni fa, quando Melania Rea, 29 anni – all’anagrafe Carmela Rea – venne uccisa con 35 coltellate nel bosco di Ripe di Civitella, provincia di Teramo.
Quella mattina la giovane era uscita per una gita con il marito, Salvatore Parolisi, e la figlia di 18 mesi, Vittoria sul Colle San Marco di Ascoli Piceno.
Nel mirino delle indagini finì ben presto il marito di Melania, caporalmaggiore dell’esercito, che, al momento dell’omicidio, stava intrattenendo una relazione clandestina con una soldatessa 26enne, Ludovica.
Parolisi raccontò agli inquirenti che quella mattina Melania si era allontanata per andare in bagno e non aveva più fatto ritorno.
Due giorni dopo, grazie a una telefonata anonima, venne scoperto il corpo di Melania Rea a circa 18 chilometri dal luogo della scomparsa, in un bosco a Ripe di Civitella, Teramo.
Sul cadavere numerose ferite d’arma da taglio e una siringa conficcata nel petto.
Durante l’inchiesta emersero i messaggi e le lunghe conversazioni telefoniche di Parolisi con l’amante. La condanna per Salvatore Parolisi fu prima 30 anni di carcere, poi in Cassazione fu ridotta a 20 anni.
La Corte d’Assise d’Appello di Perugia escluse l’aggravante della crudeltà.
L’uscita dal carcere
Due anni fa sono state concesse a Salvatore Parolisi le uscite dal carcere di Bollate, dov’è tuttora recluso, per frequentare le lezioni all’università.
Una possibilità che Parolisi avrebbe potuto sfruttare già dal marzo del 2020, ma che ha scelto di rimandare per via dell’emergenza covid che ha colpito il Paese.
Dopo la condanna per l’omicidio della moglie, l’ex caporalmaggiore ha perso la patria potestà sulla piccola Vittoria, affidata ai nonni materni, originari di Somma Vesuviana, Napoli.
Il movente di quel terribile omicidio, che sconvolse l’intero Paese e per il quale Parolisi si è sempre dichiarato innocente, fu addotto alla volontà del militare di rifarsi una vita insieme alla soldatessa con cui aveva intrapreso una relazione.
La volontà di frequentare la facoltà di Giurisprudenza non è stata una scelta casuale del marito di Melania Rea. Il militare, infatti, una volta uscito dal carcere, pare voglia scoprire chi sia il vero assassino di sua moglie.
Parolisi ha infatti sempre negato qualsiasi coinvolgimento nel delitto di Melania.
Da circa 3 anni l’ex caporalmaggiore riceve le visite di una donna, che pare sia la sua nuova compagna.