A seguito della guerra in Ucraina, i prezzi di pane e pasta schizzano alle stelle per il blocco dell’export di cereali da Ungheria e Ucraina. In più, si rischia di non trovare al supermercato alcuni prodotti come ha dichiarato a Fanpage.it Lorenzo Bazzana, responsabile economico di Coldiretti.
Milioni di italiani sono nel panico ed è partita la corsa alle scorte di prodotti alimentari, soprattutto zucchero, farina di frumento tenero e olio di girasole. Alcuni supermercati hanno fissato dei limiti di acquisto per i prodotti provenienti dall’Ucraina: in realtà, per ora non emerge nessun rischio di mancanza dei prodotti, la misura rappresenta soltanto un freno agli episodi di accaparramento folle e ingiustificato nei punti vendita. Ecco quali sono i prodotti alimentari che rischiano di diventare introvabili sugli scaffali dei supermercati.
Supermercati: quale prodotto rischia di diventare introvabile
Già da metà marzo, la Russia ha previsto di limitare l’export di zucchero, grano, orzo, mais e segale per garantire adeguate forniture al suo popolo e proteggerlo dall’aumento dei prezzi dovuto alle sanzioni contro la Federazione Russa.
Come annunciato da Viktoria Abramchenko, la vice portavoce del governo russo, i limiti all’export resteranno in vigore fino al 30 giugno. Il bando sull’export di zucchero e zucchero grezzo si prolungherà, invece, fino a fine agosto.
Lo zucchero disponibile in Italia non viene, di certo, importato soltanto dalla Russia. Come ha spiegato Lorenzo Bazzana, lo zucchero proviene da varie parti del mondo, in gran parte dall’UE, Est europeo incluso.
Di conseguenza, la corsa pazza alle scorte di zucchero (come di altri prodotti alimentari), almeno per ora, è del tutto ingiustificata.
Alimentazione del bestiame: carenza di soia e mais, cosa si rischia
Parlando di importazioni, il deficit reale riguarda il mais che interessa la filiera zootecnica: il 50% del prodotto destinato all’alimentazione animale è di importazione. Anche la soia è destinata all’alimentazione animale: oltre il 60-70% è di provenienza estera.
Se il problema non si risolve, nei prossimi mesi si rischia una carenza di latte, uova e carne dovuta all’impossibilità di garantire l’alimentazione del bestiame per mancanza di soia e mais.
Riguardo all’alimentazione umana, importiamo il 60-65% di frumento tenero da Ungheria, Ucraina e Russia ed il 55% di frumento duro.
Nel corso del tempo, la ricerca di mercati internazionali di cereali a basso costo ha spinto all’abbandono delle coltivazioni. Oggi, la Coldiretti considera strategico per l’Italia diventare il più autosufficiente possibile.