Nei supermercati sta avvenendo un gioco di prestigio che tende a frodare gli ignari consumatori. Un trucchetto ‘svuota carrello’ che permette ingenti guadagni alle aziende manifatturiere ma di fatto svuota le tasche dei cittadini.
È una nova e vecchia strategia che entra in campo quando non si vuole aumentare il prezzo: lo shrinkflation. Vediamo di cosa si tratta.
Strategie da “supermercati”
Tempi critici, per non far scappare i consumatori alle prese con gli aumenti dopo gli sconvolgimenti in Ucraina, gli strateghi del commercio corrono ai ripari.
Quando si è a rischio d’inflazione un fenomeno che spesso sfugge alla nostra attenzione prende il nome di “shrinkflation“. Si tratta di una parola composta da ‘shrink’ che in inglese sta a significare restringere e ‘inflation’ nonché inflazione.
Questo dovrebbe di per se essere un elemento che richiede una certa cauta attenzione, perché non arriva dal nulla. Anche se la maggior parte degli economisti si concentra sul prezzo di materie prime, salari e altri beni e servizi di base, lo shrinkflation dovrebbe suonare come un campanello d’allarme.
Si tratta di una pratica che è diventata sempre più comune negli anni ’60 e ’70, quando i produttori di fronte all’inflazione incontrollata hanno modificato gli imballaggi piuttosto che aumentare i prezzi.
Il consumatore, d’altra parte, ha la tendenza ad essere sempre più attento al prezzo, per cui potrebbe anche non notare i cambiamenti di piccola entità nella confezione.
Per non parlare del fatto che, una riduzione della quantità di prodotto è frequentemente accompagnata da una rinnovata confezione con un rifacimento visivo per renderla ancora più attraente.
La tecnica dello shrinkflation
In sostanza in cosa consiste lo shrinkflation? In poche chiare parole: il prezzo da pagare per un determinato prodotto acquistato è lo stesso, ma in cambio acquistiamo pacchetto più piccolo.
L’obiettivo ultimo è cercare di fare in modo che il cliente non provi un’eccessiva sensazione di “impoverimento” . Una strategia mirata a non dissuaderlo dall’acquistare beni e servizi a causa del dilagare dell’inflazione e dell’aumento dei prezzi.
Si tratta di una pratica che non avviene solo in Italia. Tuttavia nel nostro Paese la Codacons ovvero il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori ha deciso di dare il via a delle indagini
Queste sono mirate a controllare se, questa pratica ormai consolidata, non possa in realtà essere considerata una vera e propria e non solo una “pratica commerciale scorretta”.