Formaggio e tumori sono, talvolta, legati tra loro in riferimento a certe varietà. Bisogna fare chiarezza e leggere gli ingredienti.
Come per altri cibi, è giusto portare a tavola formaggi di cui si conosce la provenienza degli ingredienti usati per produrli ed i metodi di lavorazione. Non è semplice curiosità, ne va della nostra salute.
La pubblicità consiglia formaggi fusi a fette e formaggini anche per i bambini ma si tratta di cibi sicuri, sani?
Non proprio, esistono forti dubbi in merito e spesso si tratta di pubblicità ingannevole. Bisogna fare chiarezza e ricordarsi di leggere gli ingredienti sulle etichette prima di acquistare un alimento.
Formaggio e tumori: rischi per la salute
Sottilette® è un marchio commerciale della Kraft: indica un formaggio fuso a fette. Nel 1987, la Kraft è stata accusata di pubblicità ingannevole negli USA riguardo al contenuto di calcio e di latte ‘vero’ del prodotto ‘Singles’.
Un articolo pubblicato sulla rivista Evz (ripreso dal settimanale italiano Quale formaggio) ha evidenziato i rischi per la salute associati al consumo di formaggio fuso a fette e formaggini. Spesso, la composizione è di scarsa qualità con presenza di elementi che impediscono la fissazione di calcio nelle ossa.
In più, certi conservanti sarebbero legati al rischio tumore. La presenza di troppo sale in alcuni di questi prodotti potrebbe contribuire all’insorgere di certi tipi di cancro e di patologie cardiovascolari.
Additivi, metodi di lavorazione, eccesso di sale
I formaggi fusi possono contenere fino a 13 diversi additivi: lo riporta uno studio condotto dall’associazione rumena Anpcpss. Tra questi, bisogna fare attenzione alla presenza di stabilizzanti (E450), antiossidanti (E361) e conservanti (E250).
In particolare, il conservante E250, secondo la rivista Evz, potrebbe compromettere il sistema immunitario dei bambini, distruggere la flora batterica ed esporli ad un elevato rischio di infezioni. I formaggi fusi possono contenere nitriti che contribuiscono alla formazione di tumori.
I metodi di lavorazione rappresentano un altro motivo di preoccupazione. I formaggi fusi si possono ottenere attraverso il riciclo di scarti derivanti da altri formaggi tramite processi di trasformazione in cui si utilizzano sali di fusione.
Questi processi portano a composti di fosfato, sodio e citrato in quantità più o meno elevate. E’ necessario fare più chiarezza sul tipo di scarti impiegati dai produttori, il che di solito non avviene.
Attenzione alla concentrazione di sale. Di regola, può raggiungere i 3 gr ogni 100 gr di prodotto nei formaggi fusi. Una quantità da considerare soprattutto da parte di chi soffre di ipertensione.
Sulla base delle linee guida OMS, non bisogna consumare più di 5 gr di sale al giorno (per gli adulti). Le linee guida devono essere rispettate anche nei confronti dei bambini secondo peso, altezza, energia consumata per evitare che da adulti possano soffrire di pressione alta.