Alcuni alimenti sono stati inseriti nelle lista tra quelli, maggiormente a rischio, per essere portatori di cancro.
Tra questi ci sono le carni lavorate come ad esempio i wurstel. La loro pericolosità è equiparata ed anche superata da quella come il fumo e il benzene. Si tratta di due sostanze che sono notoriamente conosciute per essere alle origini del cancro, nell’uomo.
Cancro e alimentazione
A parlare dei rischi connessi all’assunzione delle carni lavorate come portatori di cancro è l’International Agency for Research on Cancer (Iarc) dell’Oms.
La quale ha affermato che sarebbe meno rischioso assumere rosse non lavorate, dei wurstel, inseriti tra gli alimenti “probabilmente cancerogeni”.
Tale convinzione è arrivata in seguito di anni di studi e ricerche. In passato queste ricerche hanno individuato questo tipo di correlazione. Alla fine l’OMS ha messo questo prodotto alimentare in una lista nera di alimenti cancerogeni.
In una di queste ricerche l’Università della California e della San Diego School of Medicine avevano evidenziato le ragioni per le quali gli esseri umani che assumono in modo sistematico grandi quantità di carne rossa, risultano essere più a rischio tumori.
La causa è addebitata ad uno zucchero ( che in realtà zucchero non è), il cui nome è Neu5Gc (l’acido N-glicolilneuroaminico ), presente nella maggior parte dei mammiferi di cui ci nutriamo, ma assente nell’uomo.
In effetti si tratterebbe di un gene, il CMAH, che si trova nei tessuti di alcuni mammiferi di cui ci nutriamo, ma assente nell’uomo e questo perché il gene precursore dello zucchero sarebbe stato disattivato circa due milioni di anni fa, a seguito di una mutazione genetica.
La stessa che ci ha resi immuni si, ad alcune malattie, ma più a rischio di contrarne delle altre, rendendoci diversi da tutti i primati esistenti.
Questa sarebbe la ragione che darebbe il via ad una reazione infiammatoria quando si eccede con il consumo di carne rossa. L’assunzione di Neu5Gc farebbe partire, nell’uomo, una reazione immunitaria a livello intestinale e non solo.
Questo zucchero è visto come estraneo dall’organismo. Una reazione simile si presenta con l’assunzione delle carni lavorate come gli insaccati ed i salumi.
Carni lavorate, insaccati e wurstel
L’argomentazione non può però essere applicata al pollame e ai conigli, in quanto questi animali, come gli esseri umani, non hanno il gene CMAH.
Per questa ragione viene raccomandato in misura sempre maggiore di privilegiare il consumo di carne bianca rispetto a quello di carne rossa.
Alcuni studi condotti in passato avevano evidenziato l’importanza
che riveste dell’infiammazione cronica, nel promuovere la comparsa del cancro. Anche il noto oncologo Umberto Veronesi lo ha affermato da tempo.
In base al lavoro dell’ OMS, se si consumano 50 grammi di carne lavorata al giorno, corrispondenti a due fette di pancetta, le probabilità che si sviluppi un tumore del colon-retto aumentano del 18%.
Quando si parla di carni lavorate si intende, le lavorazioni della carne in cui, per ragioni di gusto o conservazione nel tempo della carne, si sottopone il prodotto ad affumicazione o aggiunta di additivi di vario genere.
Questo tipo di trattamento farebbe rientrare queste lavorazioni nella categoria dei prodotti pericolosi, al pari dell’alcol e addirittura del plutonio.
Gli epidemiologi concordano sul fatto che una dieta ricca di proteine animali comporta un rischio maggiore di sviluppare malattie come il diabete, l’obesità e il cancro.