Giulia Stanganini aveva ammesso di aver fatto a pezzi il cadavere della madre, dopo averla trovata senza vita nella sua abitazione.
Per i pm, la donna non ha alcun vizio di mente, come invece richiesto dai suoi legali, che hanno già annunciato il ricorso.
Omicidio a Genova: uccide il figlio di 3 anni e la madre
Un caso che aveva fatto molto discutere quello di Giulia Stanganini, 37enne di Genova, che in pieno lockdown aveva ucciso e poi fatto a pezzi il cadavere della madre, Loredana Stupazzoni.
Prima di quel delitto, la donna si era macchiata di una colpa ancora più atroce: l’omicidio del suo bimbo di appena 3 anni.
Per quanto riguarda il secondo delitto, la Stanganini aveva raccontato che il corpo della madre era in avanzato stato di decomposizione quando lei lo aveva trovato.
Così, per disfarsi del cadavere, lo aveva fatto a pezzi, riposto poi in alcuni sacchetti, conservati nel bagno della sua abitazione.
Stando a quanto dichiarato dalla 37enne, la madre, 63 anni, avrebbe deciso di togliersi la vita, impiccandosi.
La donna è stata quindi indagata per omicidio volontario e arrestata nell’aprile del 2020, dopo un lungo interrogatorio. Madre e figlia vivevano insieme dopo che la 37enne aveva ucciso il figlio di appena 3 anni.
Il piccolo era morto per un arresto cardiocircolatorio e la madre aveva iniziato anche un percorso in terapia, che non seguiva con assiduità.
I vicini avrebbero raccontato che, spesso, dall’abitazione delle due donne si sentivano urla e litigi.
Gli inquirenti scoprirono poi che a uccidere il bambino era stata proprio Giulia Stanganini, che nelle settimane precedenti al delitto aveva fatto delle ricerche sull’infanticidio.
La condanna all’ergastolo
I pm del Tribunale di Genova hanno emesso la sentenza di condanna nei confronti di Giulia Stanganini.
La 39enne è stata condannata all’ergastolo, con l’accusa di duplice omicidio.
Secondo l’accusa, la donna avrebbe ucciso il figlio, soffocandolo con un cuscino. Un decesso che inizialmente era sembrato dovuto a cause naturali.
Cinque mesi dopo, in quella stessa casa, aveva ucciso la madre, raccontando di averla trovata morta.
I pm non hanno contestato il reato della premeditazione, nonostante la 39enne avesse
fatto ricerche online sull’infanticidio un mese prima della morte del figlio.
Giulia Stanganini è accusata di duplice omicidio, distruzione e occultamento di cadavere, oltreché di maltrattamenti e utilizzo fraudolento della carta di credito della madre dopo la sua morte.
“Aspettiamo con ansia le motivazioni anche perché il giudice ha dato più di quanto chiesto
dalla procura”
ha detto il legale dell’imputata.