Nel novembre del 2020, Tony Essobti Badre, il patrigno del piccolo Giuseppe Dorice, è stato condannato all’ergastolo con l’accusa di omicidio volontario. La madre del bambino a 6 anni per maltrattamenti.
Una nuova perizia, disposta dalla seconda sezione penale della Corte di Assise di Appello di Napoli posticipa l’ora del decesso del piccolo Giuseppe di almeno 5/6 ore, il che vuol dire, che se la madre avesse allertato i soccorsi, il bambino avrebbe potuto salvarsi.
L’omicidio del piccolo Giuseppe Dorice
È morto sotto le botte del patrigno, il piccolo Giuseppe Dorice, il bambino di 7 anni deceduto il 27 gennaio del 2019 a Cardito, provincia di Napoli.
Il piccolo venne colpito da numerose bastonate inflittegli dal patrigno, Tony Essobti Badre, e morì senza che la madre lo soccorresse.
L’uomo raccontò che Giuseppe e la sorellina Noemi si erano messi a saltare sul letto, che era stato appena comprato, rompendone la sponda.
Una motivazione futile che scatenò in Badre una rabbia inaudita, tanto che il 27enne picchiò così forte il bambino, fino ad ucciderlo.
“Sorte migliore” toccò alla sorellina più piccola, Noemi, che, nonostante le botte, riuscì a salvarsi, raccontando poi successivamente la condotta violenta del suo patrigno.
Giuseppe spesso arrivava a scuola con lividi e segni di violenza, motivo per cui furono indagate anche due maestre e la dirigente scolastica della scuola che frequentava.
La sentenza di condanna per il patrigno e la madre del bambino
Nessuno sconto di pena per il responsabile dell’omicidio del piccolo Giuseppe Dorice. Lo scorso novembre a Tony Essobdi Badre è stato infatti inflitta una condanna all’ergastolo.
La madre del bambino, Valentina Casa, è stata condannata a 6 anni di carcere per maltrattamenti. Assolta dagli altri reati contestati.
Il pm aveva chiesto l’ergastolo anche per la donna. Il patrigno è accusato anche del tentato omicidio della piccola Noemi, sorellina di Giuseppe.
Badre è infatti accusato di omicidio volontario aggravato e tentato omicidio aggravato.
L’imputato è stato inoltre condannato per maltrattamenti in famiglia aggravati dalla crudeltà e dai futili motivi, dalla minorata difesa e dall’abuso delle relazioni domestiche.
I legali del killer si appellano contro l’ergastolo
Lo scorso novembre i legali di Badre hanno chiesto la riqualificazione dell’accusa in omicidio con colpa cosciente o preterintenzionale.
Secondo gli avvocati, infatti, il loro assistito era sotto effetto di droga, che ne avrebbe alterato la sua capacità d’intendere e di volere.
È stato lo stesso Tony Bodre ad ammettere di aver assunto sostanze stupefacenti quel drammatico giorno.
“Voglio chiedere scusa e perdono…mi sono fumato una ‘canna’ … uso sostanze stupefacenti quotidianamente … Ho visto la struttura del letto rotta, mi venne un raptus, come se si fosse spento il cervello“
ha dichiarato l’imputato al cospetto dei giudici.
Per il legale del 26enne, i comportamenti del suo assistito sarebbero stati compromessi dall’utilizzo cronico e smisurato di stupefacenti.
Lo stesso imputato aveva ammesso di fumare anche una ventina di spinelli al giorno e di fare anche uso di cocaina.
Secondo il suo avvocato, Badre non sarebbe stato in condizioni di rendersi conto che le lesioni avrebbero potuto uccidere il piccolo Giuseppe.
La nuova perizia
Una nuova perizia, disposta dalla seconda sezione penale della Corte d’Assise di Napoli posticipa l’ora della morte del piccolo Giuseppe Dorice e ribalta la tesi emersa nel dibattimento di primo grado.
Secondo questa nuova perizia, il piccolo Giuseppe è deceduto 5/6 ore dopo le botte ricevute dal patrigno.
Se in quel lasso di tempo la madre del bambino avesse allertato i soccorsi, quasi certamente Giuseppe avrebbe potuto salvarsi.
Come riferisce La Repubblica, secondo i nuovi riscontri, il bambino sarebbe morto:
“Per arresto cardio-respiratorio a seguito di lesione diretta del tronco-encefalico, sede anatomica dei relativi centri nervosi regolatori”.
Contestate le aggravanti anche per la mamma di Giuseppe
Lo scorso novembre Valentina Casa, mamma del piccolo Giuseppe, è stata condannata a 6 anni per maltrattamenti.
La Procura di Napoli Nord ha presentato istanza di appello ai giudici di secondo grado di Napoli, affinché la donna venga condannata anche per l’omicidio di Giuseppe ed il tentato omicidio dell’altra figlia, la piccola Noemi.
I pubblici ministeri che si sono occupati del caso hanno parlato di un vero e proprio martirio subito dai due fratellini e di una madre inerme di fronte alle sofferenze dei suoi figli.