L’uomo è accusato di omicidio volontario aggravato. La Corte d’Assise d’appello di Trento lo ha condannato anche ad un risarcimento di 200mila euro per le parti civili.
L’omicida seviziò la vittima per ore, con morsi sul volto e botte, prima di ucciderla. Eleonora Perraro lo aveva già denunciato per violenza domestica.
L’omicidio della moglie
Era il 5 settembre 2019 quando Eleonora Perraro, 43enne di Trento, venne uccisa a botte e morsi dal marito, Marco Manfrini.
L’uomo, ex idraulico di professione, 50enne all’epoca dei fatti, aveva trascorso la giornata fuori casa insieme alla vittima.
In serata, all’uscita dal locale Sesto Grado di Nano Torbole, in cui i due avevano cenato, scoppiò una tremenda lite, culminata in maniera tragica.
Eleonora Perraro, che portava un tutore alla gamba per via di una precedente caduta, venne aggredita a morsi sul volto, in particolare labbra e zigomi, e seviziata per ore.
Fu lo stesso Manfrini ad allertare i soccorsi il mattino seguente. Per quel delitto finì in carcere proprio il marito della donna, da sempre unico sospettato.
Durante le indagini si scoprì che la vittima aveva già denunciato il 50enne per violenza domestica.
Il marito condannato all’ergastolo: confermata la sentenza
Come riferisce anche Fanpage, la Corte d’Assise d’Appello di Torino ha confermato la condanna all’ergastolo per Marco Manfrini, accusato dell’omicidio della moglie.
La settimana precedente al delitto, Eleonora era finita in ospedale con un trauma allo sterno, conseguenza delle botte del marito.
Ad inchiodare Manfrini è stato l’esame del Dna. Sul luogo del delitto, i Carabinieri avevano infatti rinvenuto pezzi di dentiera del marito, che l’aveva persa mentre aggrediva la moglie.
La Corte d’Assise d’appello di Trento ha condannato l’idraulico alla pena dell’ergastolo e al risarcimento di 200mila euro nei confronti delle parti civili.
“In questi processi non ci sono vincitori e vinti, si esce tutti sconfitti. Eleonora Perraro è morta e l’ergastolo a Manfrini non la riporta in vita”
ha spiegato il legale della famiglia della vittima.
L’imputato, che si è sempre proclamato innocente, dopo averla fatta ubriacare, avrebbe tentato di avere un rapporto sessuale con la moglie, che si era rifiutata.
Sarebbe stato questo a scatenare la violenza di Manfrini contro Eleonora. L’uomo l’avrebbe seviziata, scaraventandola contro gli alberi, per poi strangolarla.
La vittima era stata ritrovata in una pozza di sangue la mattina del 5 settembre 2019. Manfrini aveva anche colpito il cane della moglie, che aveva tentato di difendere la sua padrona.