L’imputato è stato rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio volontario. Il fidanzato di Lorena Quaranta è stato giudicato capace d’intendere e di volere.
Contestata a De Pace anche l’aggravante della premeditazione.
L’omicidio di Lorena Quaranta
Un efferato delitto quello commesso il 31 marzo del 2020 da Antonio De Pace, infermiere 28enne, che uccise la fidanzata Lorena Quaranta, 27 anni.
I due giovani vivevano insieme a Furci Siculo, piccolo paesino in provincia di Messina. Quella sera, plausibilmente dopo una lite, Antonio De Pace, di origini calabresi, colpì la ragazza, prima con un corpo contundente, poi, una volta tramortita, la strangolò a mani nude.
All’alba di quel drammatico giorno, fu lui stesso ad allertare i carabinieri, raccontando di aver ucciso la fidanzata, perché lei, studentessa di Medicina all’ultimo anno, lo aveva contagiato con il coronavirus.
Circostanza poi negata dall’autopsia sul corpo della vittima e da un tampone effettuato sullo stesso De Pace. Le indagini per la morte di Lorena Quaranta si sono concluse lo scorso settembre.
Prima di commettere il delitto, Antonio De Pace aveva lasciato dei bigliettini ai suoi familiari, chiedendo di lasciare i suoi averi ai nipoti.
Una circostanza quanto mai particolare, visto quello che poi è accaduto quella drammatica notte.
No al rito abbreviato per Antonio De Pace: “Capace d’intendere e di volere”
Il processo a carico di Antonio De Pace, reo confesso dell’omicidio di Lorena Quaranta, è iniziato nel settembre dello scorso anno.
Al giovane infermiere non verrà concesso il rito abbreviato, come previsto per i reati punibili con l’ergastolo. Anzi, la sua posizione è aggravata dall’accusa della premeditazione.
I bigliettini lasciati ai parenti sembrerebbero infatti confermare questa ipotesi.
Il professore Stefano Ferracuti, a cui la Corte d’Assise aveva affidato la perizia psichiatrica, è giunto alla conclusione che Antonio De Pace fosse capace d’intendere e di volere quando uccise la sua fidanzata.
Laurea in medicina per Lorena
Il 20 ottobre del 2020 si è tenuta la cerimonia di conferimento della Laurea in memoria di Lorena Quaranta.
La tesi di Lorena, dal titolo “Immunodeficienze selettive: la candidiasi mucocutanea cronica”, è stata discussa dalla collega e amica della vittima, Vittoria Patorno, di fronte ad una commissione universitaria.
“Oggi c’è una sedia vuota in quest’Aula, ma in realtà avrebbe dovuto essere occupata da Lorena per coronare i suoi studi”
aveva detto in quell’occasione il rettore, Salvatore Cuzzocrea.
Antonio De Pace rischia una condanna all’ergastolo per l’omicidio della compagna.