Nel febbraio dello scorso anno, Lorenzo Cattoni attirò la sua ex compagna in una trappola, poi la colpì a morte con un’accetta.
L’uomo era ai domiciliari a casa dei genitori, a Nave San Rocco, frazione di Terre d’Adige, in provincia di Trento.
L’omicidio di Deborah Saltori
Era il 22 febbraio dello scorso anno, quando a Cortesano, provincia di Trento, Lorenzo Cattoni, 40 anni, uccise l’ex compagna, Deborah Saltori, 42 anni e madre di 4 figli.
Il killer attirò la vittima in una trappola, dicendole che voleva consegnarle l’assegno di mantenimento del figlio.
Così Deborah Saltori si recò all’appuntamento, in cui trovò la morte. Lorenzo Cattoni la uccise a colpi di accetta, poi rivolse quella stessa arma verso di sé, tentando di togliersi la vita.
Qualche ora dopo un passante notò il 39enne a terra agonizzante e allertò i soccorsi. Lorenzo Cattaneo riuscì a salvarsi, per Deborah non ci fu nulla da fare.
Deborah Saltori era madre di 4 figli: di 17, 16, 14 anni e il più piccolo di 4 anni e mezzo, avuto proprio da Cattoni, gli altri tre figli erano frutto di una precedente relazione.
La condanna per Cattoni
La Corte d’Assise di Trento ha condannato a 24 anni di carcere Lorenzo Cattoni.
L’uomo è accusato di omicidio volontario pluriaggravato.
Prima di uccidere Deborah Saltori, Cattoni era già stato ammonito per due volte dal questore di Trento per violenza domestica, perpetrata anche nei confronti di una sua ex compagna.
Poi era stata arrestato e condannato ai domiciliari, perché negli ultimi anni aveva più volte aggredito Deborah Saltori.
Poco dopo l’omicidio, è stata avviata una raccolta fondi per sostenere i figli di Deborah Saltori.
Grande è stata la generosità dei trentini e non solo, che hanno raccolto ben 160mila euro.
Tra i promotori della campagna di solidarietà è stato Nicola Merci, coordinatore delle associazioni di Vigo Cortesano.
È stato proprio Cortesano a riferire dell’attuale situazione dei figli di Deborah:
“I ragazzi stanno bene, sono entrati in una nuova dimensione familiare, con la nonna e lo zio. La più grande da poco è diventata maggiorenne”.
L’affido dei ragazzi alla nonna e allo zio è diventato effettivo con la chiusura del processo penale a carico di Cattoni.