Maria Tedesco fu attirata dal marito, Michele Marotta, in una trappola. La coppia aveva un bambino di 6 anni, che è stato affidato ai nonni.
La 33enne, che la sera prima del delitto aveva confessato al marito di voler porre fine al matrimonio, era costretta a vivere in un clima di violenza continua, come testimoniano alcuni messaggi inviati dalla vittima al presunto amante.
L’omicidio di Maria Tedesco
Era l’11 novembre del 2020, quando Maria Tedesco, 33enne di San Felice a Cancello (Caserta), morì sotto una crivellata di colpi, esplosi dal marito, l’imbianchino 36enne (34enne all’epoca dei fatti) Michele Marotta.
Stando alla ricostruzione dei fatti elaborata dagli inquirenti, quella mattina, Marotta condusse la moglie in una stradina sterrata della frazione Cancello Scalo (Caserta) e lì uccise la moglie con 6 colpi di pistola, tutti esplosi a distanza ravvicinata.
L’arma con cui Maria Tedesco fu uccisa era una Magnum 357, regolarmente detenuta dal marito per la caccia.
La richiesta di condanna
Il sostituto della Procura di Santa Maria Capua Vetere, Nicola Camerlingo, aveva chiesto l’ergastolo per Michele Marotta.
La Corte d’Assise ha condannato il killer a 26 anni di reclusione con l’accusa di omicidio volontario aggravato dal legame familiare.
Stando a quanto emerso nel corso delle indagini, Maria Tedesco era costretta a subire violenza fisica e psicologica da parte del marito.
In un messaggio scritto qualche giorno prima di essere uccisa, Maria parla di una lite avvenuta con il marito per via di una foto che lei non aveva voluto fare.
“Mi disse: io ti sparo. Quello stava aprendo la fuciliera, presi il telefono per chiamare papà. Mi tolse il telefono dalle mani e mi diede due schiaffoni a mano aperte e io non capii più niente”
si legge nel testo del messaggio.
Secondo il Pm Camerlingo, la 33enne sarebbe stata vittima di una vera e propria esecuzione da parte del marito. Un uomo geloso e possessivo, che le controllava il cellulare e chiedeva ragguagli su ogni singolo spostamento della moglie.
I due, apparentemente una coppia felice, avevano un bambino di 6 anni, che da quel giorno è stato affidato ai nonni.
Proprio a suo figlio e alla famiglia Tedesco, Michele Marotta ha espresso le sue scuse.
Durante la sua prima notte in cella nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, il 36enne aveva tentato di togliersi la vita, provando a impiccarsi con delle lenzuola.
Immediatamente era scattato l’allarme e l’uomo era stato trasferito in infermeria.