Per alcuni pensionati è possibile percepire una seconda pensione INPS all’età di 67 anni, che si aggiunge a quella che già si riscuote.
Il trattamento pensionistico complementare interessa i lavoratori già titolari di una pensione, nel caso in cui i contributi aggiuntivi versati siano insufficienti per accedere a una indennità pensionistica separata.
INPS, doppia pensione in arrivo, ma non per tutti
Per quanto possa apparentemente essere una rarità, in base alla normativa vigente è invece possibile beneficiare non di una, ma di due pensioni da parte dell’INPS.
In effetti, non pochi lavoratori hanno diritto di ricevere la cosiddetta pensione integrativa. Nel concreto, si tratta di una autentica pensione integrativa in aggiunta alla pensione primaria.
Con la previdenza complementare si recuperano i contributi che da soli non garantiscono l’autonomia del trattamento previdenziale.
Durante gli anni di carriera lavorativa, sono molti i lavoratori e le lavoratrici che hanno contribuito a regimi previdenziali alternativi a quello in cui hanno maturato la pensione.
In questo caso la gestione offre a questi lavoratori una serie di importanti strumenti che permettono di riunificare tutti i periodi di contribuzione ad altri fondi di previdenza con la gestione che si occupa della loro pensione.
L’accumulo dei contributi, la riconciliazione e l’aggregazione sono gli elementi a disposizione. Con questi provvedimenti, il dipendente non fa altro che trasferire i contributi che ha versato a regimi diversi da quello principale al regime che corrisponderà la prestazione.
Nella fattispecie, il lavoratore beneficia di un’unica pensione da parte dell’amministrazione in cui sono stati accumulati tutti i contributi. In questo caso non si tratta di una pensione integrativa, dal momento che si tratta di una vera e propria seconda pensione.
Pertanto, i dipendenti del settore privato hanno questa possibilità. E possono richiedere il pagamento di una pensione complementare in aggiunta alla pensione principale già percepita.
In che modo avviene la compensazione integrativa
Di fatto, l’opzione è rivolta soprattutto ai lavoratori già in pensione. La pensione aggiuntiva è legata ai contributi versati all’AGO, a condizione di non avere usufruito dei contributi supplementari versati per la prestazione principale.
Questo solo se i contributi in questione non sono sufficienti per il raggiungimento del diritto alla pensione.
Ad eccezione dei lavoratori la cui prestazione principale è coperta dalla gestione separata o dai fondi previdenziali per i lavoratori autonomi, la pensione integrativa viene erogata a tutti i lavoratori.
Tale opzione può essere sfruttata, ad esempio, non solo dai commercianti, dal settore degli artigiani, ma anche dai coltivatori diretti.
Naturalmente, il lavoratore è tenuto a percepire la pensione principale a carico dei fondi speciali per i lavoratori autonomi. La pensione integrativa può essere versata ai lavoratori che raggiungono i 67 anni di età.
Per quanto concerne la data di inizio della prestazione, ovvero della pensione integrativa, si applicano le regole generali. Di conseguenza decorre dal primo giorno del mese successivo a quello in cui è presentata la domanda.