Torniamo a parlare di mafia a Palermo, dove ogni giorno vengono alla luce le attività illecite di coloro che aiutano la malavita in cambio di soldi.
A vario titolo, 7 imprenditori sono stati arrestati per la loro correlazione con la mafia.
Mafia a Palermo
La mafia a Palermo, e in tutte le altre zone in cui è estesa, lavora a stretto contatto con il mondo dell’imprenditoria. Purtroppo questa è la realtà dei fatti e nelle ultime ore ben 7 persone sono state tratte in arresto.
Si tratta di imprenditori siciliani accusati di concorso esterno in associazione mafiosa e intestazione fittizia, con l’aggravante di aver agito per agevolare gli affari di Cosa Nostra.
Le accuse formulate sono veramente gravi, infatti si parla di associazione mafiosa e intestazioni fittizie con l’aggrevante che queste attività illecite sono state messe in atto per agevolare gli affari di Cosa Nostra.
Gli arresti e i sequestri
Grazie all’operazione ‘Sottoveste‘, la Guardia di Finanza è riuscita ad agire verso queste persone, di cui 2 sono in carcere, due agli arresti domiciliari e 3 hanno ricevuto il divieto di esercitare attività imprenditoriali per il periodo di un anno.
Non finisce qui, infatti il Gip ha disposto il sequestro di una enorme quantità di beni mobili e immobili, in particolare, di 5 società operanti nel settore della vendita al dettaglio di capi di abbigliamento e accessori.
Queste attività avevano 13 punti vendita nella città di Palermo ma anche a Cefalù e a Favignana. Tutti sono stati chiusi definitivamente al pubblico proprio perché erano società di copertura per agevolare i loschi affari dei mafiosi.
Posta sotto sequestro anche una vettura, il tutto per il valore di 5 milioni di euro.
Il comandante del nucleo di polizia economico finanziaria, Gianluca Angelini, ha riferito che l’arresto degli imprenditori costituisce il primo passo per incastrare le famiglie mafiose, non solo in questo caso ma sempre.
Infatti, i legami con l’imprenditoria sono fondamentali per guadagnare ed espandersi. Grazie al lavoro delle forze dell’ordine è possibile sradicare questi lavoratori disonesti e dunque colpire gli interessi di Cosa Nostra.
È noto che la mafia punta agli imprenditori per stipulare patti che poi saranno convenienti da entrambe le parti.
Angelini ha dichiarato
“oggi più che mai è vivo l’insegnamento di borsellino, che ci ricorda come la lotta alla mafia deve essere un movimento culturale che si oppone all’indifferenza”.
Il messaggio è chiaro, ossia fare affari con queste persone è illegale e porterà sicuramente a conseguenze negative.
Le indagini
Gli arresti e i sequestri sono il frutto delle indagini portate avanti dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza dopo un’attenta attività di monitoraggio nei confronti di due imprenditori che avrebbero gestito, attraverso dei prestanome, alcune attività per gli interessi economici e criminali della famiglia a stampo mafioso Pagliarelli.
In particolare, uno degli imputati avrebbe sostenuto colui che risulterebbe essere il reggente di questa famiglia, condannato già in precedenza per associazione mafiosa.
Al termine della pena, l’uomo aveva messo in piedi una ditta edile che effettuava lavori di ristrutturazione di numerosi punti vendita e questo avrebbe consentito al reggente di entrare in contatto con persone importanti nel campo dell’imprenditoria.
Non solo, egli è riuscito anche a fa assumere alcuni membri della famiglia.
Anche durante l’arresto dunque quest’uomo ha acquisito potere e rispetto, guadagnando anche somme considerevoli per finanziare la mafia e i propri interessi.
L’attività della Guardia di Finanza continuerà per smascherare altre ricchezze e patrimoni illeciti, che devono essere restituiti alla collettività.
Questo, è un dovere nei confronti delle persone oneste e degli imprenditori che lavorano integramente e con lealtà.