Al termine di un calvario iniziato con un’operazione all’anca non riuscita, Laura Scialdoni è morta a 49 anni martedì scorso.
I suoi problemi sono iniziati da un’operazione riuscita male e poi ci sono state altre grave complicanze.
Laura Scialdoni muore per un’operazione all’anca non riuscita
Ci troviamo a Martellago, dove la morte di Laura ha commosso tutta la comunità. La donna aveva soli 49 anni ma da molti stava combattendo con diversi problemi di salute.
Laura si era trasferita nel comune veneziano nel 1998, quando ha ottenuto un ottimo posto di lavoro in un’azienda nella vicina Mirano, grazie alla sua Laure in Lingue Straniere.
Purtroppo poi sono iniziati i problemi, la donna infatti soffriva già di miocardite e a questo si è aggiunta un’operazione all’anca che purtroppo non è riuscita.
Il lungo calvario di Laura riguardante le sue condizioni di salute cagionevoli è terminato martedì, quando è morta nell’ospedale dove era stata trasportata di corsa il giorno prima, quando due assistenti domiciliari l’hanno trovata svenuta in casa.
La situazione di Laura
Laura era una mente brillante e una persona buona e gentile, così la ricordano in paese e anche la sua unica parente, la sorella Elena
“una donna dal carattere forte e dalla grande forza d’animo. ci teneva molto alla sua indipendenza”.
In effetti, Laura non era pienamente autosufficiente perché dopo l’operazione all’anca di alcuni anni fa, si era verificato un rigetto della protesi al femore che le era stata impiantata e da lì c’è stata l’infezione causata da un batterio. Altre complicazioni si sono poi sommate alla miocardite già esistente.
Nonostante tutto questo e l’operazione inevitabili con cui i medici avevano dovuto accorciarle una gamba di 30 centimetri, Laura è rimasta sempre la donna forte che ricorda la sorella.
Tutti in paese la ricordano come una bellissima persona, che ci teneva ad essere indipendente anche se doveva muoversi sulle stampelle e con l’aiuto di una carrozzina elettrica.
Laura aveva dovuto lasciare il suo lavoro e vivere con la pensione di invalidità, ma nonostante la sua disabilità non si era mai lasciata abbattere e affrontava le sofferenze con grandissima dignità.
Non voleva essere di peso a nessuno, infatti nonostante le limitazioni fisiche ha sempre cercato di fare tutto in autonomia, anche se veniva seguita dagli assistenti domiciliari che ogni giorno la raggiungevano nel suo appartamento a Martellago, gli stessi che hanno trovato il suo corpo esanime.
Inutile la corsa in ospedale lunedì, la 49enne è morta il giorno dopo, ponendo fine alle sue sofferenze.