Incendio nella pineta di Bibione, danneggiati terreni agricoli e accessi alle spiagge. Le fiamme hanno distrutto 40 ettari di vegetazione.
Istituiti presidi giornalieri e notturni da parte dei volontari. Si sospetta il dolo ma anche un gesto sconsiderato.
Incendio nella pineta di Bibione
Bibione è una frazione di San Michele al Tagliamento, in provincia di Venezia. Caratterizzata per lo più da terreni agricoli, la zona è conosciuta anche per l’oasi naturalistica protetta con molte peculiarità vegetazionali.
La pineta di Bibione interessata dal vasto incendio, probabilmente di origine dolosa, ha coinvolto un’area bellissima caratterizzata da una macchia di vegetazione che si estende sulle dune di sabbia. Qui convivono piante marine e mediterranee e si tratta di un luogo pacifico e rilassante dove ascoltare i canti degli uccelli.
Proprio qui si trova il faro di Bibione e l’area distrutta dal rogo per fortuna non ha coinvolto nessuna struttura ricettiva e l’ufficio turistico di Bibione ha rassicurato i visitatori che la località balneare era agibile.
Purtroppo, se le spiagge non sono state toccate, danni incalcolabili sono stati inflitti alla vegetazione, infatti le fiamme hanno distrutto 40 ettari della superficie della pineta adiacente al Faro.
Le immagini del rogo hanno fatto il giro del web e sono davvero raccapriccianti, anche perché il luogo era quasi il simbolo della bellissima zona di Bibione, caratterizzata dal mix di mare e aree naturali come quella interessata dall’incendio.
Si tratta di un vero colpo inferto al luogo che viene considerato il polmone verde di Bibione. Il presidente del Consorzio di promozione Bibione Live, Giuliano Basso, ha dichiarato
“un colpo al cuore, per fortuna però i soccorsi tempestivi hanno evitato ulteriori danni”.
Le indagini
Secondo i Carabinieri che indagano su quanto avvenuto, il fatto sarebbe di origine dolosa ma ancora non si sanno con certezza le cause.
Quel che è sicuro è che il tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco ha evitato che le fiamme si estendessero oltre causando ancora più danni di quanto hanno provocato.
Il rogo ha interessato comunque una vasta area, comprendendo diversi terreni agricoli coltivati a grano e una parte della pineta considerata sito di interesse comunitario.
Secondo gli accertamenti condotti finora, la pista dolosa sarebbe la più probabile, ipotesi rafforzata dal ritrovamento di una tanica di metallo deformata dal calore.
Le indagini sono condotte dalla Polizia locale con il coordinamento della Procura di Pordenone e finora non hanno portato alla luce particolari rilevanti oltre questo dettaglio. Non si esclude oltre al dolo, anche una causa colposa dovuta a un gesto sconsiderato, ad esempio qualcuno che possa aver gettato un mozzicone ancora acceso, come spesso accade.
Ora la zona è stata messa in sicurezza e le operazioni di bonifica sono proseguite per tutta la giornata di ieri. Ancora oggi, l’area non è accessibile per ragioni di sicurezza.
Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha dichiarato di seguire l’evolversi della situazione, monitorata anche da molti volontari che presidiano costantemente le zone per evitare danni simili.
L‘associazione Foce del Tagliamento Odv ha sottolineato l’importanza di questi presidi, necessari per preservare le riserve naturali della zona.
Il consigliere comunale Giosuè Cuccurullo esclude che dietro questa tragedia ambientale possa esserci una speculazione edilizia poiché i terreni interessanti non sono edificabili.