La crisi del governo Draghi ancora non è rientrata. Si dovrà attendere a mercoledì, quando il presidente del Consiglio farà il suo discorso alle Camere, per capire cosa succederà all’esecutivo e alla legislatura.
Intanto, però, ci sono nuovi sviluppi con le dichiarazioni di alcuni membri della maggioranza nei confronti di Giuseppe Conte, ex premier, e i parlamentari 5 Stelle, che intanto hanno rinviato l’assemblea a oggi.
Crisi di governo, Salvini e Berlusconi: “I cinque stelle sono inaffidabili”
Sono giorni e ore calde per la maggioranza di governo. Per la quarta volta da quando è iniziata la legislatura, infatti, l’Italia potrebbe rimanere senza un esecutivo.
E dopo lo strappo di giovedì del MoVimento 5 Stelle, si rincorrono le dichiarazioni degli altri leader. Nella serata di ieri è arrivata una nota congiunta da parte di Forza Italia e Lega, scritta dopo un incontro in Sardegna tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini.
“Le nuove dichiarazioni di Giuseppe Conte – contraddistinte da ultimatum e minacce – confermano la rottura di quel ‘patto di fiducia’ richiamato giovedì dal Presidente Mario Draghi e alla base delle sue dimissioni” si legge nel comunicato presentato dai due numeri uno, che rinsaldano così l’asse del centrodestra.
“Con il consueto senso di responsabilità, hanno dunque concordato di attendere l’evoluzione della situazione politica, pronti comunque a sottoporsi anche a brevissima scadenza al giudizio dei cittadini”, dicono ancora Salvini e Berlusconi per poi sferrare un attacco diretto al MoVimento: “È da escludere la possibilità di governare ulteriormente con i 5 stelle per la loro incompetenza e la loro inaffidabilità”, chiosano nella nota.
Governo Draghi, più di 1000 sindaci firmano una lettera al premier per scongiurare le dimissioni
I sindaci, dal canto loro, si schierano con un fronte compatto al fianco del presidente Draghi.
L’iniziativa nata dal primo cittadino di Firenze, Dario Nardella, in cui si chiede al premier di restare alla guida del governo, è arrivata in poco più di 24 ore a mille firme.
In un’intervista al ‘Quotidiano Nazionale’, Nardella ha spiegato che ai firmatari “non interessa il posizionamento politico ma evitare il blocco delle città con una crisi al buio come questa” anche perché ne andrebbe “delle progettazioni per le opere pubbliche finanziate con il Pnrr”. Nell’interesse di tutti, quindi, sarebbe meglio che il capo dell’esecutivo rimanesse alla guida di Palazzo Chigi fino alla fine naturale della legislatura, ovvero entro marzo 2023.
La lettera è stata firmata non solo da sindaci di centrosinistra, come Roberto Gualtieri, numero uno del Campidoglio, ma anche da esponenti del centrodestra come i primi cittadini di Genova, Venezia, Arezzo, Lucca, Barletta, Asti.