Le patate sono un alimento versatile che si può cucinare come primo piatto, ma anche come gustosi contorni o essere cucinate come e stufati.
Tuttavia, a volte le patate diventano verdi, il che può indicare la presenza di alti livelli di un composto potenzialmente tossico.
Patate velenose: un dettaglio da non sottovalutare
Quando le patate vengono conservate in un luogo caldo e luminoso, i tuberi percepiscono che potrebbero trovarsi in un luogo adatto alla crescita e si preparano a germogliare.
Aumenta la produzione di clorofilla, che lentamente tinge di verde la buccia e infine parte della polpa. Sebbene la clorofilla sia una sostanza chimica innocua, la sua presenza nelle patate indica che i tuberi hanno aumentato la produzione di un glicoalcaloide noto come solanina.
La solanina protegge le patate e le altre piante della famiglia delle solanacee da gli erbivori. Quindi serve a preservare il germoglio dalla voracità degli animali affamati.
Poiché la cottura non distrugge la tossina solanina, le parti verdi delle patate dovrebbero essere eliminate completamente.
In particolare, le patate verdi non dovrebbero per nulla essere servite ai bambini, il cui corpo più piccolo li rende più suscettibili all’avvelenamento.
Per ridurre i rischi, le patate devono essere conservate in luoghi freschi e bui e, in caso di dubbio, vanno buttate (o piantate in giardino!).
Oltre a questo la solanina è classificata come neurotossina al punto che la sua eventuale assunzione da parte dell’uomo è in grado di scatenare nausea e mal di testa ed eventualmente, se ingerita in quantità elevate, può comportare seri problemi a livello neurologico e addirittura la morte.
Al di la delle informazioni fornite in maniera approssimativa occorre prestare attenzione a quanto affermano gli esperi e le istituzioni scientifiche.
Alte concentrazioni nelle parti verdi
Sia la solanina che la caconina sono presenti nei vari strati della pianta. Tuttavia la concentrazione è più alta nelle foglie, nei fiori, nelle gemme e nella buccia delle patate.
Al contrario è più scarsa nella parte centrale dei tuberi, la parte commestibile della pianta.
Infatti la concentrazione è maggiore a da 3 a 10 volte nella buccia che nella polpa. Mentre nelle patate mature prive di germogli e integre non danneggiate sono sicure.
Un elemento che deve insospettire nell’ingerire la patate è il sapore in quanto quando la concentrazione di questi glicolacaloidi è elevata, il sapore delle patate diventa amaro.
Se si vuole eliminare ogni problema, prima della cottura meglio rimuovere la buccia dei tuberi, questo riduce di molto notevolmente il contenuto di glicoalcaloidi presente nelle patate crude.
Per una maggiore tranquillità le patate vanno conservate al buio e in un luogo fresco e asciutto. Inoltre le patate non vanno messe in frigorifero.
Per non correre il rischio di assumere patate vecchie, meglio non eccedere con l’acquisto, ed evitare quindi le scorte che non si possono consumare in tempi relativamente brevi.
Soprattutto nella fase della pelatura meglio rimuovere in maniera sostanziosa la buccia ed asportare qualunque parte verde, i germogli e non assumere snack fatti con le bucce delle patate, se non ne conoscete la provenienza.