Domani sarà il giorno clou per il governo Draghi. Il presidente del Consiglio, infatti, si presenterà alle Camere per capire se c’è ancora la maggioranza che finora ha sostenuto l’esecutivo. Le forze sono divise, specialmente il MoVimento 5 Stelle che ha aperto la crisi
Crisi di governo, il MoVimento 5 stelle si divide e Draghi prende tempo
Manca ancora un giorno per capire cosa ne sarà del governo. Il presidente del Consiglio, Draghi, infatti, domani si presenterà in Parlamento per capire se ci sono i numeri per proseguire con la maggioranza che finora ha sostenuto l’esecutivo.
Giovedì, dopo il voto di fiducia incassato al Senato sul dl Aiuti senza i 5 Stelle, l’ex numero della Bce aveva rassegnato le sue dimissioni al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che non le ha accettate.
Ora, però, Draghi sembra voler fare retromarcia rispetto a una settimana fa. Il premier è diviso tra l’ondata di riconoscenza dei cittadini, ma anche dai sindaci e l’irresponsabilità che, invece, hanno dimostrato i partiti, uno su tutti quello di Conte, che è a sua volta diviso all’interno tra governisti e chi continuerà a seguire la linea tracciata dall’avvocato pugliese.
Sono una ventina, tra deputati e senatori, quelli che si discostano dalla posizione ufficiale del MoVimento e vorrebbero votare la fiducia al governo Draghi. Tra i più convinti, c’è sicuramente il capogruppo alla Camera Davide Crippa, che già in passato si era detto contrario all’apertura della crisi. In molti, pare, lo seguiranno: molti più di quelli finora usciti allo scoperto.
Dal canto suo, Conte ha chiuso l’assemblea di ieri con i suoi parlamentari ribadendo la posizione già espressa sabato: “Se c’è qualcuno che vuole lasciare lo faccia subito. Ora la decisione spetta a Draghi“. Insomma, la situazione è ancora in divenire. E i leader delle altre forze di maggioranza, con Matteo Salvini in testa, non stanno a guardare.
Governo Draghi, Salvini: “Basta giochini di palazzo tra Pd-M5S”
Nel centrodestra di governo, Lega e Forza Italia, si prosegue come fronte compatto. Sia Salvini, sia Antonio Tajani, vicepresidente del partito di Silvio Berlusconi, non usano mezzi termini nelle loro esternazioni. O si va avanti con il governo Draghi, senza rimescolamenti vari, o si va al voto, è la posizione emersa.
Il leader della Lega su Facebook ha poi tirato le orecchie ai tanti parlamentari che, a suo avviso, sarebbero interessati solo alla poltrona, e quindi a salvaguardare il posto di lavoro: “Un teatrino imbarazzante che gli italiani non si meritano“, ha scritto l’ex ministro degli Interni non risparmiando neanche una stoccata al PD.
Chi, invece, è contrario alla caduta del governo, e lo difenderà a tutti i costi è Matteo Renzi. Il fondatore e presidente di Italia Viva lancia l’ennesimo appello al presidente Draghi, invitandolo a non badare agli umori dei vari partiti.
“Draghi deve preparare una lista di cose da fare senza ascoltare le paturnie dei partiti e dei partitini: vada, scelga, governi – ha dichiarato in un’intervista rilasciata al Giornale -. Draghi faccia Draghi e l’Italia va. Se invece vuole fermarsi, i grillini possono anche fare tre scissioni al giorno ma non cambia nulla“.