Dopo una settimana di indecisioni, riunioni e conte di parlamentari, è arrivato il giorno x per il governo guidato dall’ex presidente della Bce Mario Draghi, che oggi ha riferito in Senato in merito alla crisi. Poi ci sarà il voto di fiducia, mentre domani il premier parlerà alla Camera
Maria Elisabetta Alberti Casellati apre la seduta numero 454 del Senato della Repubblica alle 9:32.
Crisi di governo, Draghi al Senato: “Mai stato più orgoglioso di essere italiano”
È arrivato il giorno della verità per Mario Draghi e il suo governo. In seguito alla crisi aperta dal MoVimento 5 Stelle, che si è assentato al Senato nel giorno della questione di fiducia sul dl Aiuti, il presidente del Consiglio ha rassegnato le sue dimissioni al Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Dal canto suo, il presidente non ha accettato la decisione presa dall’ex numero uno della Bce e gli ha chiesto di riferire in Parlamento.
Oggi, Draghi siede tra il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, e parla davanti a senatori, mentre in serata riceverà dagli stessi un nuovo voto di fiducia sul suo esecutivo.
Draghi spiega la necessità di avere una legittimazione da parte del Parlamento perché “un presidente del Consiglio che non si è mai presentato di fronte agli elettori debba avere in Parlamento il sostegno più ampio possibile”.
Il presidente del Consiglio ha poi ringraziato gli italiani per avere risposto presente “alle misure di contenimento sanitario, alla campagna di vaccinazione, ai provvedimenti di sostegno economico a famiglie e imprese”, grazie a cui si è “riusciti a superare la fase più acuta della pandemia e a dare slancio alla ripresa economica”. A queste parole sono seguiti degli applausi, ma Draghi ha continuato parlando della guerra in Ucraina.
“Siamo stati tra i primi a impegnarci perché Russia e Ucraina potessero lavorare insieme per evitare una catastrofe alimentare e, allo stesso tempo, aprire uno spiraglio negoziale”.
E l’elogio agli italiani non è finito: “Mai come in questi momenti sono stato orgoglioso di essere italiano. L’Italia è forte quando sa essere unita”, ha dichiarato seguito da altri applausi, che nella seconda parte del discorso la hanno fatto da padrone.
Draghi: “Siamo pronti a sottoscrivere un nuovo patto”
Da qui, infatti, Draghi ha iniziato il suo attacco velato verso chi ha deciso di aprire la crisi, e poi ha enucleato tutte le riforme che servono all’Italia, anche per prendere i soldi della seconda rata del Pnrr.
E poi, intermezzato dagli applausi ha continuato: “Il desiderio di andare avanti insieme si è progressivamente esaurito e con esso la capacità di agire con efficacia e tempestività nell’interesse del Paese. Non votare la fiducia a un governo di cui si fa parte è un gesto politico chiaro, che ha un significato evidente. Non è possibile ignorarlo perché equivarrebbe a ignorare il Parlamento. Non è possibile contenerlo perché vorrebbe dire che chiunque può ripeterlo.”
“Due appelli mi hanno colpito in modo particolare, il primo è quello di circa 2000 sindaci, autorità abituate quotidianamente a confrontarsi con i problemi della propria comunità; il secondo è quello del personale sanitario, gli eroi della pandemia verso cui la nostra gratitudine è immensa. Questa domanda di stabilità impone a noi tutti di decidere se sia possibile ricreare le condizioni con cui il governo può davvero governare. È questo il cuore della nostra discussione di oggi, è questo il senso dell’impegno su cui dobbiamo confrontarci davanti ai cittadini“, ha detto ancora Draghi al Senato.
E gli applausi non sono finiti specie quando ha parlato direttamente a chi ha deciso di essere irresponsabile: “Ora c’è bisogno di un sostegno convinto all’azione dell’esecutivo, non di un sostegno a proteste non autorizzate e talvolta violente contro la maggioranza di governo”.
“All’Italia non serve una fiducia di facciata, che svanisca di fronte ai provvedimenti scomodi, serve un nuovo patto di fiducia, sincero, concreto come quello che ci ha permesso finora di cambiare in meglio il Paese. I partiti e voi parlamentari siete pronti a ricostruire questo patto? Siete pronti a confermare quello sforzo che avete compiuto nei primi mesi e che si è poi affievolito?, ha concluso tra la standing ovation dell’Assemblea tranne MoVimento 5 Stelle e Lega Draghi.