Un imprenditore agricolo di Paternò è indagato per sfruttamento del lavoro ed estorsione. Pare infatti che pagasse i lavoratori meno meno di quanto previsto dai contratti collettivi e che ha cercato di estorcere loro 8mila euro.
La disoccupazione in Italia è uno dei problemi che attanagliano la nostra società da anni ormai ed a questo si aggiunge il problema dei salari, ritenuti troppo bassi.
In effetti nel Belpaese il reddito di cittadinanza supera alcune volte gli stipendi mensili a cui i lavoratori possono ambire.
C’è chi sostiene che questo sia solo una “scusa” per non lavorare e guadagnare lo stesso e questo spiega – almeno in parte – perché alcune persone siano portati a richiedere il sussidio anziché cercare lavoro (anche se questo punto è da sempre molto controverso).
Eppure questa vicenda ci insegna che al peggio non c’è mai limite. Un imprenditore agricolo è infatti indagato per sfruttamento del lavoro ed estorsione.
Imprenditore agricolo denunciato per sfruttamento del lavoro ed estorsione
L’imprenditore agricolo di Paternò è stato accusato di aver pagato quattro braccianti marocchini poco meno di 200 euro al mese, a fronte dei mille euro previsti dai contratti collettivi.
E non finisce qui, perché avrebbe anche preteso da loro 8mila euro, minacciando di licenziarli altrimenti. La scusa inventata da lui per giustificare la richiesta è questa: a detta sua avrebbe dovuto utilizzarli per ottenere la loro regolarizzazione avviando la pratica in prefettura.
I Carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro – con l’aiuto dei militari della compagnia di Paternò – hanno eseguito una misura interdittiva disposta dal gip. L’imprenditore agricolo così non potrà svolgere la sua attività per almeno un anno.
I fatti
La Procura di Catania attualmente sta indagando sull’imprenditore agricolo. Ad accusarlo sono stati i quattro braccianti, sostenuti dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim).
A partire dalle loro dichiarazioni, ha avuto inizio una serie di accertamenti ad opera dei Carabinieri.
Stando alle indagini svolte dai militari del Nil di Catania, supportati dalla compagnia dell’Arma di Paternò, l’uomo avrebbe costretto i braccianti a “svolgere turni di lavoro estenuanti”.
E non finisce qui, perché dalle indagini è emerso anche un altro dato: l’imprenditore agricolo, nei suoi terreni a Ramacca e Paternò, aveva sei dipendenti, di cui quattro impiegati a nero.
Ecco che quindi l’uomo è stato denunciato anche per questo e quindi le accuse a suo carico sono raddoppiate.