Mario Draghi si è dimesso: stamattina ha comunicato – anzi, dovremmo dire confermato – la sua decisione durante un colloquio con il presidente della Repubblica Mattarella.
Le sue dimissioni arrivano dopo che Draghi aveva ottenuto la fiducia al Senato ieri, ma solo con 95 sì.
Mario Draghi si è dimesso
Mario Draghi si è dimesso ed ha comunicato la sua decisione durante il colloquio di mezz’ora con Mattarella al Colle.
Questo accade dopo che ieri aveva ottenuto in Senato la fiducia, ma con soli 95 voti favorevoli.
Come ha affermato in un video il Segretario generale della Presidenza della Repubblica Ugo Zampetti: “Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto questa mattina al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei ministri professor Mario Draghi, il quale, dopo aver riferito in merito alla discussione e al voto di ieri presso il Senato ha reiterato le dimissioni sue e del governo da lui presieduto. Il Presidente della Repubblica ne ha preso atto, il governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti”.
E così stamattina ha fatto un intervento flash alla Camera che è iniziato con “A volte anche il cuore dei banchieri centrali viene usato” e si è concluso con uno sguardo commosso.
In ogni caso, il Consiglio dei Ministri sarà convocato nel tardo pomeriggio, probabilmente dopo le 18.
Nel frattempo, il Parlamento europeo pare abbastanza preoccupato per la vicenda. Tra chi è amareggiato, c’è il capogruppo dei socialisti al Parlamento Europeo, Iratxe Garcia Perez, che ha indicato “i populisti e il Partito popolare europeo come responsabili di questa situazione”.
Su questa scia si aggiunge Gunnar Beck, europarlamentare tedesco del partito di estrema destra Alternative für Deutschland, che ha usato twitter per scrivere: “Presto probabilmente i tedeschi dovranno salvare gli italiani”.
Anche il commissario Europeo agli Affari Economici Paolo Gentiloni ha parlato di una tempesta perfetta provocata da questo atto da parte di Draghi ed ha ammesso che ad aspettarci saranno mesi difficili.
Le nuove elezioni
Ma quando saranno indette le nuove elezioni? Probabilmente – si pensa – il 25 settembre oppure il 2 ottobre.
Per comprendere quale potrebbe essere la data dobbiamo prendere in considerazione alcuni aspetti.
In primis, l’articolo 61 della Costituzione dice che le elezioni delle nuove Camere devono avere luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti. “La prima riunione ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni. Finché non siano riunite le nuove Camere sono prorogati i poteri delle precedenti”.
Inoltre dobbiamo considerare che il decreto che fissa la data del voto deve essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale non oltre il quarantacinquesimo giorno antecedente quello della votazione
E a questo dobbiamo aggiungere anche la disposizione sugli italiani che votano all’estero: l’elenco provvisorio deve essere comunicato dal ministero dell’Interno a quello degli Esteri 60 giorni prima della data delle elezioni.
Detto ciò, se le Camere fossero sciolte entro il weekend, non potremmo votare il 25 settembre (le tempistiche non ci sarebbero). Ma anche per il 2 ottobre vale la stessa cosa.
Dobbiamo comunque aspettare lo scioglimento delle Camere e solo lì sapremo qual è la data prescelta e i partiti conosceranno le scadenze per la presentazione delle liste.