Il Covid continua comunque a girare, anche se l’Rt nazionale sta scendendo. Il tasso di occupazione in terapia intensiva, però, nell’ultima settimana è aumentato.
Stanno finalmente iniziando a diminuire i contagi, tanto che tre Regioni sono diventate a basso rischio. In aumento invece i ricoveri in terapia intensiva, ma nessuna regione italiana ha raggiunto il 10%.
Covid: il quadro attuale
Il Covid non è un brutto ricordo, come molti pensano. C’è ancora, è ancora diffusissimo, semplicemente i suoi sintomi sono meno gravi di prima.
Un po’ grazie ai vaccini, un po’ grazie alle nuova varianti, meno aggressive rispetto alle primissime, questo fa sì che le terapie intensive siano meno piene.
Ma attenzione: i virologi ci tengono a specificare che questo non è un buon motivo per abbassare la guardia, perché ci sono comunque le persone cosiddette fragili, in cui il virus potrebbe presentarsi comunque in maniera più grave.
Ma qual è la situazione attuale dell’Rt? Sta scendendo, questo sì, ma non abbastanza (almeno per adesso) per farlo arrivare sotto la soglia pandemica, come indica il monitoraggio settimanale Iss – ministero della Salute.
La situazione attuale
L’Rt medio calcolato però solo sui casi sintomatici è ridotto rispetto alla settimana precedente: oggi è pari a 1,23, contro 1,34 di una settimana fa.
A livello nazionale, l’incidenza è scesa da 1158 a 977 ogni 100mila abitanti. Scende anche l’indice di trasmissibilità, basato sui casi di non ricovero: da 1,15 è passato infatti a 1.
Un dato non affatto positivo è il tasso di occupazione in terapia intensiva, che è salito: dal 14 al 21 luglio è passato dal 3,9% al 4,1%.
Allo stesso modo, anche il tasso di occupazione in aree medico è aumentato, passando dal 15,8 rilevato il 14 luglio, al 17,1% del 21 luglio.
Questo a livello nazionale. E a livello regionale? Quali sono le regioni in cui la situazione è peggiore?
Per adesso Umbria, Calabria e Valle d’Aosta stanno registrando il più alto numero di ricoveri nei reparti ordinari.
C’è da dire però che nell’ultima settimana le regioni che hanno oltrepassato la soglia del 15% sono passate dall’essere 14 all’essere 16. Il dato positivo, però, è che tra queste nessuna ha raggiunto la soglia del 10% nelle terapie intensive.
La regione che più si avvicina a questa percentuale però è la Calabria, con il 9,5%, seguita da Liguria con il 6,2% e dalla Sicilia con il 6%).
Nell’ultima settimana inoltre sono passate da 0 a 3 le Regioni a basso rischio, mentre sono quattro i territori che riportano molteplici allerte di resilienza.
Nel periodo che va dal 15 al 21 luglio comunque l’incidenza resta alta in quattro regioni e cioè Abruzzo, Umbria, Marche e Veneto.
In tutte queste, però, i casi stanno comunque diminuendo. In Abruzzo, infatti, i casi adesso sono 1.421,3 casi ogni 100mila abitanti, in Umbria 1.257,6, nelle Marche 1.235,6 ed in Veneto 1.167,9.