Crisi di governo, si vota il 25 settembre – LE ULTIME

Dopo il voto di fiducia di mercoledì al Senato, che ha sancito la fine del governo Draghi, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha accettato le dimissioni dell’ex numero della Bce e ha sciolto il Parlamento. Si voterà il 25 settembre

Sergio Mattarella e Mario Draghi
Sergio Mattarella e Mario Draghi – lettoquotidiano.it

Terremoto dentro Forza Italia a seguito della decisione degli azzurri di non partecipare alle votazioni sulla fiducia all’esecutivo.

Crisi di governo: Mattarella scioglie le Camere, si voterà il 25 settembre

Le scosse, percepite giovedì scorso con il voto di fiducia posto dal governo sul dl Aiuti al Senato, sono diventate mercoledì un vero e proprio terremoto. A cadere prima di tutto è stato l’esecutivo guidato dall’ex presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, ma le macerie sono fumanti anche per altre forze politiche, come Forza Italia.

La crisi voluta dal MoVimento 5 Stelle, per cui il presidente del Consiglio aveva rassegnato le sue dimissioni in mano al Capo dello Stato già il 14 luglio, si è trasformata, quindi, nella caduta dell’esecutivo. Gli artefici, però, non sono stati solo i pentastellati guidati dall’avvocato Giuseppe Conte, ma anche Lega e Forza Italia.

Luigi Di Maio e Mario Draghi
Luigi Di Maio e Mario Draghi – lettoquotidiano.it

I due partiti guidati da Matteo Salvini e Silvio Berlusconi non hanno votato la risoluzione proposta da Pier Ferdinando Casini perché non volevano formare un nuovo governo con i 5 Stelle e hanno messo Draghi con le spalle al muro. Le dimissioni non accolte giovedì scorso, sono state accettate ieri dopo che il premier ha salutato la Camera.

E quindi, tra i tanti scenari che Mattarella aveva davanti a sé, il Presidente della Repubblica ha scelto di non procedere alle consultazioni per la formazione di un nuovo esecutivo, ma di sciogliere il Parlamento, e quindi indire nuove elezioni. Il 25 settembre gli italiani saranno chiamati a scegliere 400 deputati e 200 senatori – nel frattempo c’è stato il taglio dei parlamentari, e il numero dei parlamentari è passato da 945 a 600, che si riuniranno la prima volta il 13 ottobre.

Il governo dimissionario, per bocca dello stesso Draghi, continuerà a svolgere le sue funzioni urgenti fino ad allora: c’è da portare a casa la seconda rata dei soldi del Pnrr, obiettivo che l’ormai ex presidente del Consiglio non ha mai smesso di ricordare nel suo discorso al Senato per chiedere la fiducia mercoledì.

Crisi di governo: Gelmini, Brunetta e Carfagna lasciano FI. Berlusconi attacca Draghi

Nel terremoto appena raccontato che ha portato alla caduta del governo, non è rimasta in piedi neanche Forza Italia, che ha perso tre dei suoi esponenti storici (e tutti ministri) Maria Stella Gelmini, Renato Brunetta e Mara Carfagna. I tre forzisti si sono detti delusi dalla scelta di Berlusconi di appoggiare la linea di Salvini, ma soprattutto non hanno accettato la deriva populista, a dir loro, del partito.

Dal canto suo, il Cavaliere si è giustificato attaccando Draghi: “Sono rimasto perplesso per i suoi comportamenti“, ha detto in primis. Secondo le ricostruzioni fornite dai giornali, per Berlusconi, l’ex banchiere centrale “aveva le scatole piene e dimettersi era una sua volontà precisa, a prescindere da ciò che avrebbero votato i partiti“.

Non solo, il leader di Forza Italia ha dichiarato che il suo partito non ha nessuna colpa sulla caduta del governo, ma ha indicato i 5 Stelle, e soprattutto Conte, come i veri responsabili. Per quanto riguarda, poi, le parole dei suoi, Berlusconi ha ribadito che i forzisti “non sono populisti, né sovranisti, ma liberali” e Salvini “non comanda“.

 

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