Gelmini spiega l’addio: “Forza Italia e Salvini sullo stesso piano del M5S. No al populismo”

Mariastella Gelmini era una colonna di Forza Italia. E il verbo è coniugato al passato perché, dopo la caduta del governo Draghi e le decisioni del partito di centrodestra, la ministra ha deciso di dire addio. E ora ne spiega anche le motivazioni, sparando a zero su Fi e i suoi alleati

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Mariastella Gelmini – lettoquotidiano.it

La caduta del governo di Mario Draghi ha diversi protagonisti e, per certi versi, antagonisti. Scegliete voi da che parte collocare Mariastella Gelmini, la ministra che ha fatto le valigie in tutta fretta e, prendendo atto delle ultime decisioni del centrodestra, ha lasciato Forza Italia.

Gelmini strappa con Forza Italia e sbatte la porta

Certi amori non finiscono“, canta Antonello Venditti nel brano “Amici mai“, ma molti altri sì e senza aspettarsi giri immensi e ritorni all’improvviso. E spesso, se si stava insieme da tempo e bene, sono eventi traumatici a causare la rottura. Con porte sbattute e vetri rotti. Le macerie.

In questo caso quelle del governo Draghi, quello delle responsabilità, delle intese, delle scadenze impellenti ed essenzialmente del bene del Paese. Quando guerra russo-ucraina, Pnrr, inflazione, benzina, emergenza climatica e chi più ne ha più metta (senza dimenticare il Covid), hanno reso parecchio dura la vita degli italiani e dei suoi parlamentari.

Maria Stella Gelmini
Mariastella Gelmini – lettoquotidiano.it

Ora l’Italia è spaccata e forse è così già da un po’ troppo tempo, perché più di destra e sinistra e cosa rappresentano, l’attenzione ora si è spostata su populismo e sovranismo e le loro antitesi. Sui loro significati e significanti, e da quale parte schierarsi, con occhio vigile su sondaggi ed elezioni. Perché questo è ormai endemico nel concetto tricolore di politica, e non solo per i Cetto La Qualunque di Antonio Albanese, che la nostra filmografia ci ha raccontato.

Ma tornando all’attualità, Gelmini è un fiume in piena e probabilmente lo saremmo tutti dal suo punto di vista. Nel suo caso, scrivere di devozione non è affatto blasfemo. Parliamo di una donna, una politica classe 1973, che ha legato praticamente tutta la carriera a Silvio Berlusconi.

È dal 1998 che è scesa in campo al fianco del Cavaliere e non se n’era mai staccata. Fino agli ultimi giorni, alla caduta del governo Draghi, all’irresponsabilità dei suoi alleati e della sua Forza Italia. Lei, ministra per gli Affari regionali e le autonomie, ha detto “no” e se n’è andata. Ma vediamo perché.

Certi amori finiscono: le motivazioni dell’addio a Forza Italia

Il tram tram tra i buoni e i cattivi, il rimpallo delle responsabilità c’è anche ora, dopo il lungo addio di Draghi e con la testa già alle prossime elezioni. Ma se una come Gelmini divorzia (politicamente), tocca soffermarsi e capirne i motivi. È stata la stessa ministra a toglierci l’onere di una battaglia che è già generazionale e ha spiegato nella mattinata di oggi le sue motivazioni ai microfoni di “RTL 102.5”.

Parla di una crisi di governo inscenata a opera di Giuseppe Conte e del MoVimento 5 Stelle, ma poi tuona: “Forza Italia e Lega si sono messi sullo stesso piano e non l’avrei mai immaginato“. La parola che balza di più alle orecchie è “irresponsabilità“: Gelmini sottolinea il momento difficile per il Paese e afferma di essere costretta a prenderne atto, e la conseguenza è l’addio.

Un’altra frase ha sicuramente colpito gli ascoltatori: “Bisogna avere il coraggio di mettere al primo posto il bene dell’Italia e dire di ‘no’ al populismo e al sovranismo“, e senza farsi prendere dall’ansia di inseguire alleati o avversari politici, come gira il vento. E, da devota come ve l’abbiamo descritta, ripete in maniera quasi ossessiva: “Non potevo fare altro“, “È stata una scelta ineludibile” e locuzioni simili, come una moglie tradita o una regina destituita. Forse entrambe.

Arriva anche un elogio diretto al governo Draghi, e ce lo aspettavamo, dato che è anche il suo esecutivo, quello in cui credeva. Per Gelmini, fare cadere il governo è stato come “voltare le spalle al Paese, una scelta molto grave“.

Riferisce, inoltre, un dettaglio da non sottovalutare a fini elettorali: in molti tra i suoi colleghi le stanno trasmettendo attestati di stima e un sentimento di “preoccupazione” circa le vicende delle ultime ore. Gelmini lo dice chiaramente: punta a quegli elettori di Forza Italia che si sono sentiti traditi, esattamente quello che sta provando lei. E tenterà di “dare una mano”. Ma evidenziando quanto le serva ora un periodo di riflessione per decidere il suo futuro.

E ora arriviamo al bandolo della matassa. Gli esiti del populismo in un’Italia già dilaniata hanno raggiunto un bivio decisivo per decidere chi voler essere da grandi, nella ridefinizione del concetto di agone politico e orologeria parlamentare. Sul principio della convenienza di parte in contrapposizione al bene del Paese, e Gelmini dall’altezza del suo punto di vista l’ha detto senza nascondersi dietro a un dito o una firma.

L’addio della ministra è già di per sé fragoroso, come quello di Renato Brunetta, ma fermarsi qui sarebbe come decidere di indossare i paraocchi. Si può parlare di Luigi Di Maio e l’implosione del Movimento 5 Stelle, di Giorgia Meloni, già favorita per guidare il Paese, e anche di Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti, a proposito di matrimoni falliti.

Perché il concetto di “politica” è già cambiato e c’è chi ha deciso di adeguarsi e chi rigettare del tutto i giochi di carte basati su sovranismo e populismo. A costo di divorziare dopo 24 anni, per il bene del Paese.

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