Mentre le macerie del governo Draghi continuano a fumare, i partiti politici (e i loro leader) sono già scesi in campagna elettorale. A dire il vero, però, c’è chi ci si era già portato avanti, uno su tutti il centrodestra. Che invece adesso ragiona sulle liste e sui collegi. Anche perché, stando a un retroscena pubblicato da “Repubblica”, a Silvio Berlusconi, che già prometteva agli italiani pensioni da mille euro e alberi piantati, è stata proposta la presidenza del Senato
Un modo come un altro per scusarsi per non averlo coinvolto nelle decisioni sull’uscita di scena dell’ex presidente della Bce, ma anche per ripagarlo dei tanti anni ai margini della politica (causa incandidabilità dovuta alla condanna definitiva).
Centrodestra, il fronte è compatto. Salvini a Berlusconi: “Tu presidente del Senato”
Far cadere, crollare un governo facendone parte, per molti, non è la mossa più azzeccata del mondo, anzi. A rendere la scelta ancora più difficile ci si mette anche una situazione sociale che ha dell’eccezionale. Contagi in aumento, guerra in Ucraina e, soprattutto, soldi da intascarsi dall’Unione europea, però, non sono bastati a frenare prima il MoVimento 5 Stelle, poi Lega e Forza Italia.
Se i primi hanno quasi compiuto un suicidio politico – stanno continuando a perdere consensi, e nel sondaggio somministrato all’indomani della fine dell’esecutivo sono scesi ancora al meno 0,3% -, i secondi sembrano aver trovato, ancora, nuova linfa vitale (un bel 0,7% per l’intera coalizione è il regalo per aver girato le spalle all’ex banchiere centrale).
E ci devono aver pensato più di un po’, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, a chiudere l’esperienza delle larghe intese prima di abbandonare l’aula al Senato e non votare la fiducia al governo guidato da Mario Draghi.
Incontri, videocall, telefonate, formali o meno, hanno surriscaldato un clima già di per sé rovente, e non solo per il caldo estivo. Proprio a partire dalle ultime, il leader della Lega ha cementificato il rapporto e fornito un assist molto importante al Cavaliere.
Introvabile per tutto mercoledì, giorno dello strappo definitivo, l’ex premier non ha risposto né a Draghi, né a Sergio Mattarella, che probabilmente gli avrebbe domandato di essere responsabile, ma a giochi conclusi una chiamata con Salvini non ha reso vano il tutto.
“Diventerei presidente del Senato“, ha promesso il leghista a Berlusconi, secondo quanto ricostruito da un retroscena su “Repubblica”. Una sorta di contentino per non essere stato interpellato nella decisione più importante della legislatura per i forzisti, ma anche un modo per ripagarlo per essere rimasto ai margini della politica a causa della legge Severino.
A pesare, però, potrebbe esserci anche quel sogno di salire sul colle più alto, il Quirinale, e diventare Capo dello Stato.
Berlusconi presidente della Repubblica, come ci può riuscire
Per cercare di capire la scalata del Cav alla Presidenza della Repubblica serve qualche passo indietro. Berlusconi è sceso in politica dopo Tangentopoli, anno domini 1992, si è presentato alle elezioni e da outsider le ha vinte. Da allora, niente e nessuno è mai riuscito a scalzarlo dai banchi del Parlamento (e anche di Palazzo Chigi), se non la condanna definitiva per frode fiscale che lo ha interdetto dai pubblici uffici e reso incandidabile.
Non ora, comunque. I gironi dell’inferno dantesco sono finiti e lui è pronto a tornare in sella. Ci è già tornato, in effetti: il 26 maggio del 2019 è diventato (di nuovo) un europarlamentare. Un step necessario per far capire che “nessuno mette Berlusconi in un angolo” (semicit).
E quindi il 2022. E l’elezione del Presidente della Repubblica. Da tempo, il centrodestra preparava la strada per portare il Cavaliere a essere la più alta carica dello Stato, le cose, però, sono andate in maniera diversa da come ci si aspettava.
La candidatura di Berlusconi al Quirinale è durata meno di quella di Draghi e a vincere, ancora una volta e nonostante la non disponibilità a un secondo mandato dichiarata a più riprese, è stato Mattarella.
Ma il sogno tramontato per questo settennato, a meno di dimissioni dell’ex giudice costituzionale, non è svanito per il 2029, quando Silvio avrà la bellezza di 92 anni e quattro mesi.
Il ruolo di presidente del Senato è solo un crocevia necessario per puntare al Quirinale, ma anche un modo per tornare a essere protagonista nell’agone politico. Berlusconi ha accettato, pare, e a essere aperta, però, rimane ancora la corsa per diventare presidente del Consiglio. Con Giorgia Meloni che si aspetta di essere la designata la premier (la prima donna a esserlo), in ossequio al fatto che è la leader del partito della coalizione che, al momento, ha più consenso, e Salvini che invece studia per sparigliare le carte. E Antonio Tajani, braccio destro del Cavaliere, che non sta a guardare.
Ma ci sarà tempo per decidere e per parlarne. Nei tanti vertici prima delle elezioni, e magari anche dopo il 25 settembre, giorno in cui i sondaggi di ora verranno confermati, o smentiti alla grande.