Con la riforma delle pensioni, assegno pensionistico di 1.500 euro per coloro che hanno raggiunto questa età – richiedilo ora.
In che modo il trattamento pensionistico percepito all’età di 62 o 63 anni si modifica dopo l’età di 67 anni.
Pensioni, 1500 euro di assegno
L’APE sociale e quota 100 costituiscono le due disposizioni che hanno permesso a numerosi lavoratori di ottenere il pensionamento anticipato nel corso degli ultimi anni. Partivano rispettivamente a 62 anni di età la prima, mentre per la seconda era a 63 anni.
Tuttavia questo non è stato possibile per tutti e molti lavoratori si sono trovati ad uscire con un’età più alta del minimo previsto. Di conseguenza, sono molti i lavoratori che, dopo aver riscosso la pensione per anni con entrambe le misure, hanno raggiunto l’età di 67 anni per la pensione ordinaria.
Un quesito che ci si pone di solito è: cosa succede quando si raggiungono i 67 anni di età e quindi gli anni per la pensione di vecchiaia ordinaria?
La pensione arrivati a 67 anni
Tutti coloro che hanno potuto andare in pensione con la quota 100 hanno beneficiato di una pensione che non prevedeva riduzioni o penalizzazioni significative.
In questo caso si parla di una pensione calcolata con il criterio della usuale pensione di vecchiaia. Per queste figure lavorative una volta raggiunti i 67 anni di età, la pensione erogata non cambierà.
A determinare il congelamento dell’importo contribuiscono due fattori fondamentali. Per prima cosa, la quota 100 deve essere calcolata con il metodo misto. Coloro che sono usciti fortunosamente, con la quota 100 all’età di 67 anni riceveranno lo stesso assegno pensionistico, percepito negli anni passati.
A cambiare è la potenzialità di lavorare. Per quanto riguarda la Quota 100, di fatto, è vietato il cumulo dei redditi da lavoro con i redditi da pensione.
In questo caso, tuttavia, la sola eccezione è rappresentata dal caso di un lavoro in forma occasionale, con un importo totale annuo che non deve superare i 5.000 euro all’anno.
L’APE sociale si estingue all’età di 67 anni, come comportarsi?
Il caso dell’APE sociale è diverso, di fatto, una volta compiuti i 67 anni, l’APE sociale non viene più pagata al pensionato. In questo caso dovranno essere le persone interessate che dovranno occuparsi di presentare nuovamente una richiesta all’INPS per ricevere la reale pensione di vecchiaia.
L’APE sociale è, infatti, un’indennità ponte in grado di accompagnare il lavoratore per un periodo che va fino ai 67 anni di età. Nel caso specifico, le variabili sono più significative dal momento che l’APE sociale è una misura alquanto ristretta.
In particolare, l’importo delle prestazioni è limitato. Con l’APE sociale si può ricevere una pensione non superiore a 1.500 euro.
La pensione di vecchiaia, invece, non ha limiti di importo e viene erogata quando si ha diritto all’età di 67 anni. In più, quando si passa dall’APE sociale alla pensione di vecchiaia, si riceve un mese di pensione in più, la “tredicesima”.
Il ricalcolo della pensione a 67 anni potrebbe essere vantaggioso per il pensionato in un altro senso. Effettivamente, grazie alla pensione ordinaria a 67 anni, è possibile beneficiare di incrementi, integrazioni sociali, e degli assegni familiari.
Quanto sopra non è previsto nel caso dell’APE sociale la cui reversibilità, a differenza della pensione di vecchiaia ordinaria, non è prevista.
Il modo in cui la pensione percepita a 62 o 63 anni per effetto degli anticipi cambia una volta raggiunti i 67 anni di età varia a seconda della modalità di calcolo utilizzata.