Sembra tornata la quiete nel centrodestra. Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia si sono messi d’accordo su chi sarà il candidato come presidente del Consiglio, ovvero il leader che avrà più voti alle politiche del 25 settembre. Secondo Salvini, però, gli italiani prima del voto devono sapere chi potrebbe sedersi nei ministeri più importanti, e quindi proporrà dei nomi ai suoi alleati
Non quello di Letizia Moratti, però: “Non vorrei che qualcuno dicesse che offro una cosa in cambio dell’altra”, ha detto ancora l’ex ministro degli Interni e vicepremier del governo Conte 1. Salvini ha anche promesso che su dovessero vincere loro ci saranno più forze armate per le strade dell’Italia.
Salvini: “Prima del voto gli italiani sapranno chi sono i candidati ministri del centrodestra”
Non è più tempo di litigare, nel centrodestra e quindi tra Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Anzi. Dopo aver trovato un accordo su chi potrà essere il prossimo (e probabile) presidente del Consiglio – non c’è un nome, c’è solo da rispettare il fatto che a diventarlo sarà il leader del partito che prenderà più voti, e quindi potrebbe essere Giorgia Meloni, numero uno di FdI -, adesso c’è da spartirsi i collegi, uninominali e non.
Così come i nomi dei ministri. Utopia direte, d’altronde mancano ancora poco meno di due mesi alle prossime elezioni politiche programmate per il 25 settembre e solo dopo aver aperto le schede elettorali nelle urne ci si potrà concentrare su con chi, perché spartirsi ministeri o presidenze varie.
Matteo Salvini, però, non la pensa così, anzi ha le idee chiare sulla questione. E quindi, a margine di un sopralluogo nella stazione centrale di Milano, ha detto, mettendo le mani, che “non voglio sparare ministri a caso, ma sicuramente proporrò al centrodestra che prima del voto i nomi di alcuni ministri vengano messi sul tavolo”.
Qualcuno da piazzare sicuramente ce l’avrà già nella testa. Lui, per dire, potrebbe puntare a quel ruolo che tanto aveva voluto durante la sua prima esperienza a Palazzo Chigi: il Ministero degli Interni, il Viminale. Anche perché stando così le cose, e quindi con i sondaggi e le percentuali che continuano a calare, specie dopo aver voltato le spalle all’esecutivo di unità nazionale dell’ex presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, difficilmente il leader della Lega riuscirà a prendersi il ruolo di “primus inter pares”.
I ministri, però, torniamo a loro. L’idea di Salvini è quella che “gli italiani dovranno votare sapendo che se vince la Lega con il centrodestra chi fa il ministro dell’Economia, degli Esteri, delle Infrastrutture”, e quindi dovranno saperlo prima di presentarsi alle urne anche per fare una scelta più consapevole. Tipo: se si sapesse che il Ministero della Salute fosse affidato a un no vax si potrebbe decidere di votare un altro partito, o viceversa se invece il vaccino non lo si vuole fare o non lo si è fatto proprio.
Letizia Moratti, per esempio, potrebbe essere indicata proprio là, anche perché è stata lei a sostituire Giulio Gallera in Lombardia. Ecco, però, su di lei, l’ex titolare del Viminale non si sbilancia: divisa tra un ruolo apicale in un futuro governo e uno come candidata alle prossime regionali lombarde (l’uomo forte della Lega, nonostante non ci sia stata una presa di posizione ferma sulla questione, rimane sempre il governatore uscente, Attilio Fontana), per sapere che ne sarà di lei si dovrà aspettare.
“Non fatemi coinvolgere lei – ha risposto a chi alludeva proprio all’ex sindaca di Milano e ora vicepresidente della regione lombarda – perché non vorrei che qualcuno dicesse che offro una cosa in cambio dell’altra. Non lancio ministri a caso”. Sia mai.
Anche perché c’è da fare un ulteriore step, e poi solo dopo pensare ai nomi di chi siederà in Consiglio da autunno in poi e, presumibilmente, per cinque anni. Va bene proporgli agli italiani prima delle politiche, ma ci sono delle liste da preparare e presentare in Corte d’appello entro il 22 agosto. E quindi: nei collegi uninominali potrebbero esserci loro? Chissà.
Salvini: “Diecimila uomini e donne delle forze dell’ordine nelle strade”
Chi ci dovrebbe essere di sicuro, e proprio per la sicurezza, sono uomini e donne in divisa, nelle strade italiane. “L’impegno che ci possiamo prendere, se gli italiani ci danno fiducia – ha detto ancora Salvini a Milano -, è che nel 2023 si possono assumere, formare e mettere in strada diecimila donne e uomini delle forze dell’ordine in un solo anno”.
Un impegno importante, anche dal punto di vista economico, ma che il leader della Lega non ha paura di promettere perché fa parte delle proposte concrete, ma anche perché “un miliardo di euro penso che in un bilancio dello Stato sia possibile da trovare”. Anche in uno malandato come il nostro, di Stato e di bilancio.
D’altronde, lo sa anche Salvini, “è uno sforzo economico” perché così si garantisce e si fa percepire più sicurezza, specie se si aggiunge a “un piano straordinario di telesorveglianza, a partire dalle stazioni”, ha concluso.