Joe Biden ha catturato l’attenzione mediatica nelle ultime ore e ci ha fatto riflettere ancora una volta sul Covid e su ciò che significa per tutti noi. Il presidente degli Stati Uniti è di nuovo (o ancora) positivo con tutto ciò che si porta dietro questa evidenza. Nonostante le aperture e una vita diversa, il virus continua a condizionarci indistintamente.
Joe Biden è ancora positivo al Covid. No, non è schizofrenia o un virus indeciso che entra e torna quando vuole, che non può mutare in tal senso. È semplicemente un’evidenza medica e scientifica di cui bisogna prendere atto e che ancora per un po’ disturberà le vite di tutti, anche delle persone più influenti al mondo. E il presidente degli Stati Uniti ne sa qualcosa, proprio in queste ore.
Il Covid e la cronaca di un’estate che vorrebbe, ma non può
Il Covid ha portato dietro di sé una lunga scia che pare non finire mai. E un tram tram continuo di contagi, positivi e isolamento che mette tutti in difficoltà, indistintamente. Molti di noi stanno cercando di andare avanti e di riprendere una vita normale, quella in cui tutti si vedevano prima del 2020, di Wuhan e dell’arrivo del Coronavirus nelle nostre esistenze.
E questo resta comunque il fulcro della situazione, inutile girarci attorno. Di acqua sotto i ponti ne è passata tanta e non sempre limpida. Dagli arbori della pandemia, però, tutto è cambiato, tranne la presenza del virus stesso. Prima i lockdown forzati, i morti, drammatici e troppi, Bergamo come Londra e tutto il mondo o quasi, poi il vaccino, anticorpi e speranze in più. E infine un virus che, volta per volta, muta e comunque impone sintomi influenzali e isolamento forzato, ma sempre per meno tempo prima di tornare alla vita di tutti i giorni.
Insomma, per dirla in maniera un po’ più allegorica e quindi poetica, il Covid è quell’elefante nella cristalleria che comunque si muova fa danni, ma soprattutto quel vicino tossico e puntiglioso che non vorresti mai avere al tuo fianco al risveglio. E che, invece, c’è e neanche lo vedi.
E non ne facciamo, di certo, una questione di vacanze e di libertà (anche, però, sinceramente), ma di lavoro, di attività imprenditoriali e servizi, di lezioni universitarie, di smart working. Molti cittadini sono stati costretti a cambiare totalmente le loro abitudini dalla sera alla mattina e ancora a una vita che possa essere detta normale non sono tornati e non è giusto così, ve lo assicuriamo.
Fatto sta che, trasferendoci in Italia, il Covid è ancora tra di noi e fa le bizze. Proprio da pochi giorni abbiamo intrapreso (probabilmente) la fase di discesa della curva dopo un nuovo picco in cui molti hanno rivisto la doppia linea della sventura sul tampone e imprecato subito dopo. E quindi sono stati anche male.
Bisogna prestare le giuste precauzioni, anche in vacanza, bisogna tenerne conto, ovunque. Perché il Covid è quel fantasmino invisibile che difficilmente vedi e, tra un ghigno, un dispetto e un saltello, ti colpisce e senza chiedere il premesso e spesso proprio quando non vorresti. E ne abbiamo già fatto abbastanza le spese per capirlo e per prendere le contromisure del caso.
Dopo questa premessa, passiamo a riflettere sul senso di quanto abbiamo scritto e su come si lega al tracciamento. Beh, se pensiamo alle prime fasi della pandemia (dove comunque gli asintomatici erano una larga fetta della torta), il ricorso ai tamponi molecolari era la normalità e la stragrande maggioranza si sottoponeva a quelli per accertare positività e negatività.
Poi tutto è cambiato, perché comunque i tamponi rapidi hanno iniziato a circolare e a funzionare molto di più. E poi è anche vero che i contagi, tra riaperture e ritmi molto più serrati, sono schizzati alle stelle e questo vuol dire inevitabilmente che il personale sanitario o ospedaliero non avrebbe retto a tampone (molecolare) talmente tante persone e contemporaneamente. Come voler arginare con la migliore toppa del mondo un fiume che straborda: non avrebbe retto comunque.
L’attualità, pratica ed evidente, ci suggerisce, invece, che la maggioranza larga (e no, non parliamo di politica e vicende parlamentari) ora fa ricorso ai rapidi, magari anche casalinghi. E la percentuale sale quanto più si parla di giovani non fragili e che quindi non hanno bisogno di assistenza ospedaliera. Ciò implicherebbe una parentesi anche sulla necessità di un tracciamento diverso o almeno una lettura dei numeri meno puntigliosa, che tanto sono comunque sbagliati e al ribasso. Questione di affidabilità.
Ma ora arriviamo al caso di oggi che, in realtà, è già il caso di ieri. Ci riferiamo a Joe Biden. Sicuramente ne avrete sentito parlare e, di certo, non dobbiamo presentarvelo noi. Ironie a parte, il presidente degli Stati Uniti una decina di giorni fa è risultato positivo al Covid. E fino a qui, niente di strano direte voi, giustamente. Bene, ma il decorrere della malattia causata dal virus non è andato in maniera del tutto lineare, anzi per nulla. E ora ve ne spieghiamo i motivi in maniera approfondita.
Joe Biden e la sua “strana” positività al Covid (che in realtà strana non è)
Pensate di essere il presidente degli Stati Uniti e di avere sulle spalle tutto il peso che comporta, come Atlante nella mitologia greca. E se poi, oltre a questo, dovessi combattere anche contro il Covid, di certo non sarebbe facile gestire tutto. Che comunque di esseri umani stiamo parlando e non di letteratura.
Ma, tornando a noi, una decina di giorni fa ormai, l’agenda sempre più fitta del presidente in carica ha dovuto scontrarsi con un dato di fatto ormai incontrovertibile: l’aver contratto il Covid e la positività al tampone, che anche i più potenti immuni non lo sono e il virus ha già dimostrato di non fare distinzioni. Come la livella di Totò, ma un po’ prima (si spera).
Ovviamente è scattato l’isolamento e la corsa alla negatività, che comunque per Biden non è stata e non è tutt’ora così scontata. Secondo quanto trapelato ai media di tutto il mondo, infatti, il presidente ha dovuto patire grossi sintomi da Coronavirus che comunque gli sono stati trattati per tempo e che pare aver superato.
Ma comunque non è questa la cosa più strana o che più sta facendo parlare, dato che in ogni caso il Covid una passeggiata non lo è e non per tutti. Infatti, Biden si era sottoposto a ben quattro test negli scorsi giorni e tutti e quattro avevano dato esito negativo. Se non è questa un’attestazione di aver superato il virus, cosa dovrebbe esserlo?
E, invece, no! Come dal nulla, infatti, un tampone successivo nelle scorse ore è risultato nuovamente positivo. Da lì l’agenda sarà finita di nuovo nel camino, poi l’annuncio al mondo e infine una domanda che molti si saranno fatti e a cui avranno cercato di dare una risposta: esattamente, cosa è successo?
Nulla di che e nulla di così strano. Il medico del presidente degli Stati Uniti, infatti, ha parlato di una semplice ricaduta, che comunque può avvenire per moltissime patologie e in generale per molte infezioni. E poi bisogna sicuramente considerare il fatto che Biden ha avuto un’infezione importante e che, di conseguenza, potrebbe metterci di più a sconfiggerla del tutto e senza che ne resti traccia.
Inoltre, un altro fattore fondamentale va considerato in questa vicenda. Durante la positività al Covid, infatti, il presidente degli Stati Uniti aveva assunto il Paxlovid. Parliamo di un farmaco antivirale, il cui principio attivo è il Nirmatrelvir, e che riduce la carica virale. L’assunzione di tale farmaco può portare, quindi, alla negativizzazione dei test, anche se il Covid non è stato ancora sconfitto del tutto.
Questi tre fattori, quindi, potrebbero aver causato la negativizzazione e poi la nuova positività di Biden al Covid. Un caso strano, ma che strano in realtà non è, e che forse non avrebbe fatto neanche così tanto rumore se il protagonista non fosse stato il presidente degli Stati Uniti. Ma, intanto, così è andata e con il Coronavirus dobbiamo ancora farci tutti i conti, e soprattutto con tutto ciò che comporta.