L’alleanza tra il Partito Democratico di Enrico Letta e il segretario di Azione, Carlo Calenda, è arrivata a un bivio decisivo. Oggi durante la mattinata, infatti, era previsto un incontro tra le parti in causa per vedere se si potrà andare avanti insieme, e anche con +Europa, oppure se verranno fatte altre scelte. E quest’incontro ora è in corso. Emma Bonino lascia una porta aperta: “L’accordo è ancora possibile”.
Enrico Letta e Carlo Calenda sono i protagonisti di una partita che coinvolge tutto il centrosinistra e, in generale, il possibile terzo polo e la sua composizione. Ma che vede anche il centrodestra come spettatore interessato alla finestra. Infatti, nonostante se ne parli da giorni, ancora nulla è stato deciso riguardo all’ingresso del Partito Democratico nell’alleanza con Azione e +Europa, ma le prossime ore potrebbero essere decisive, in un senso o nell’altro.
Nuovo incontro tra Letta e Calenda, senza mezzi termini verso le urne
Oggi 2 agosto potrebbe rappresentare una data decisiva, in vista delle elezioni del 25 settembre. La data cerchiata in rosso sul calendario degli italiani non è poco così lontana, anzi, ma ancora tanto bisognerà capire su come si incastrerà il puzzle tra le forze in campo e sugli esiti che potrebbe avere dal punto di vista elettorale. Ma anche per il futuro politica di un’Italia che deve decidere da che parte andare.
In tal senso, il centrodestra è già più avanti, forte anche di sondaggi elettorali che lo vedono in vantaggio. E ci riferiamo, in particolare, a Giorgia Meloni. Lei, la leader di Fratelli d’Italia, è cresciuta nettamente nell’ultimo anno e nelle previsioni di voto è in testa. Le proporzioni cambiano di sondaggio in sondaggio, ma quello della politica romana è dato un po’ da tutti come primo partito, con numeri che superano il 23% (e in alcune rilevazioni arrivano anche al 25%).
Insomma, tornando a noi, l’accordo a destra è già arrivato: correranno insieme Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, e anche con una stretta di mano bella forte per la premiership. Qui il principio è semplice e diretto: diventerà presidente del Consiglio, in caso di una vittoria pronosticata un po’ da tutti, chi dei tre porterà più voti. Giusto così e con la numero uno di Fratelli d’Italia che sfrega già le mani, in attesa di realizzare un programma di governo ambizioso e tutto a destra. Ma che ancora andrà concordato e attuato con i diretti alleati, e uno di questi punti è il sostegno all’Ucraina, per fare un esempio.
Ma ora torniamo a quello che è l’argomento di oggi e che sta monopolizzando le prime pagine della politica interna italiana: come sarà la composizione (difficile) delle alleanze a sinistra?
L’incontro è già stato fissato nella mattinata di oggi, alle 11 più precisamente, ma è iniziato un paio di decine di minuti dopo, alla Camera. E fino ad adesso si è rimasti in un limbo che non ha trovato alcuna soluzione. Le discussioni delle ultime ore, infatti, si sono chiuse con un nulla di fatto: né un’alleanza, né una vera e propria rottura. Ma ora è tempo di trovarsi in mezzo o di lasciar perdere, perché comunque la data fatidica si avvicina e non ci si può far beccare impreparati contro un centrodestra che si sta attrezzando per vincere. E non vuole fallire l’obiettivo per portare a termine un’intera legislatura di cinque anni. Il che in Italia sta diventando quasi un’utopia.
Ma le ultime puntate di quella che non è ancora una telenovela, ma potrebbe presto diventarlo, dobbiamo raccontarvele. Calenda aveva inviato una lettera a Letta, insieme a Di Benedetto, chiedendo una risposta su tutti i punti programmatici. E la risposta da parte dei Democratici è arrivata forte e chiaro: “Si proceda senza veti reciproci”. E mettendo ben chiaro che un punto fondamentale è proseguire l’impegno europeista che aveva già lanciato il governo presieduto Mario Draghi.
Non è comunque finita qui, perché un’ulteriore risposta è arrivata da Calenda, e questa volta via Twitter: “Enrico Letta, sei troppo intelligente per considerare quest’appello una risposta“. E poi l’ultimatum, chiedendo di vedersi e di chiudere, comunque vada e in un senso o nell’altro.
Giù così, sono arrivati ulteriori passaggi nelle discussioni. Letta, infatti, ha dichiarato apertamente di volerla un’intesa e sottolineando che il Partito Democratico crede fortemente in uno “spirito di coalizione”, ribadendo poi che non si può dare sportellate e mettere veti per arrivarci.
E in tutto ciò sui social è anche arrivato un messaggio da parte della moglie Violante Guidotti Bentivoglio, pubblicato da Carlo Calenda: “Visto che stai perdendo tempo con il Pd e io sono in un call, vai tu a fare la spesa”. Perché un po’ di ironia serve pure, ma con un messaggio ben chiaro e scolpito su pietra, quel “perdere tempo” che sa più di chiusura che di alleanza.
E come non bastasse il leader di Azione conclude con un messaggio che ai Dem non sarà proprio piaciuto: “I patti sono chiarissimi, i nostri punti li conosci“. E se nessuno si muove, trovare un accordo appare molto difficile, ma il tavolo ancora non è ancora saltato.
Gli ultimi passi di oggi: nuovo incontro e le parole di Emma Bonino
Il tavolo, dunque, resta aperto, ma con la speranza che nessuno decida di battere i pugni. E con tre parti che potranno convergere o voltarsi le spalle. Della Vedova e Calenda da un lato, il Pd dall’altro. E, possiamo dirlo, con Enrico Letta spinge per l’alleanza.
Secondo le prime rivelazioni, se Azione andasse avanti da solo, il partito di Letta perderebbe sedici seggi. Che comunque non sono pochi nelle somme che andranno fatte sui tavoli per la maggioranza.
E comunque altre voci sono arrivate e non sono comunque banali per verificare il quadro delle alleanze. Ci stiamo riferendo a Emma Bonino, la politica di +Europa che comunque non chiude ancora la porta a un accordo. Ai microfoni del ‘Corriere della Sera’, infatti, ha detto chiaramente: “Hanno deciso di rivedersi, quindi è ancora possibile un’intesa“. Sottolineando, allo stesso tempo, che le richieste di +Europa sono molto ragionevoli.
Non manca, però, anche una stoccata da parte della Bonino, che comunque dice di non guardarsi indietro: “Letta non ci ha filato per tre anni, era preso da un’attrazione totalizzante per il MoVimento 5 Stelle“. Pentastellati che adesso correranno da soli per voce di Giuseppe Conte e non era così scontato fino a qualche mese fa, anche per questioni di equilibri regionali. E invece non sarà così.
Ma comunque una stoccata la riserva anche agli avversari di centrodestra: “È inaccettabile dare voti in più alla destra putiniana“, e quindi sarà anche una questione di Ucraina, insomma. Il terreno di gioco su cui la coppia Salvini-Berlusconi, smentite a parte, sembra più fragile e su cui la Meloni cercherà in tutti i modi di fare scudo, soprattutto nel vivo della campagna.
E, in questo quadro, non va sottovalutato neanche il ruolo di Matteo Renzi. L’ex Pd e leader di Italia Viva, che sta spingendo fortemente per la formazione terzo polo, ha detto senza mezzi termini: “Se Letta e Calenda fanno l’accordo, Forza Italia e Lega brindano“. Insomma, questo matrimonio non s’ha da fare e comunque a spingere è più il Partito Democratico, questo è chiaro.
Questioni di scelte che sono state e che potrebbero essere, perché con il MoVimento 5 Stelle il campo è minato e chissà se qualcuno avrà riflettuto a voce alta su quanto è costata quell’alleanza e su quanto ha pagato. Ora Pd e M5S potrebbero trovarsi isolati, con la destra che scappa via e con un terzo polo che potrebbe attrarre, ma non quanto loro. Ma ancora è presto e adesso è tempo di incontri decisivi, da cui un sì o un no dovrà uscire: non si torna più indietro, ma si può guardare solo avanti, dritti verso l’autostrada che porta al 25 settembre. Che i pronostici non sempre possono essere rispettati, ma non sembra questo il caso.