La terribile strage della Marmolada del 3 luglio ha causato molte vittime e feriti, fortunatamente ci sono anche dei sopravvissuti i quali hanno fornito la loro testimonianza.
Il bilancio definitivo aggiornato a oggi, sale a 11 vittime e 8 feriti che sono ancora ricoverati nei vari ospedali di Trento, Belluno e Treviso.
La strage della Marmolada
Col ritrovamento dei resti dell’undicesima vittima il bilancio della tragedia della Marmolada è definitivo: sotto la colata di fango e ghiaccio hanno perso la vita 11 persone: Tommaso Carollo, Filippo Bari, Paolo Dani, Nicolò Zavatta, Davide Miotti, Erica Campagnaro, Gianmarco Gallina, Emanuela Piran, Liliana Bertoldi, Martin Ouda e Pavel Dana.
Era il 3 luglio quando un enorme seracco di ghiaccio e altri detriti, si distacca dalla vetta della Marmolada travolgendo alcuni escursionisti che si stavano incamminando per raggiungerla.
Già da tempo le temperature erano al di sopra della media stagionale e come sottolineato anche dall’esperto alpinista Reinhold Messner, non erano giornate idonee per passeggiare fra i ghiacciai.
In effetti, pochi giorni prima erano stati registrati 13 gradi in vetta, una temperatura assolutamente anomala e molto pericoloso che ha provocato la formazione di acqua sotto il ghiaccio ma anche in superficie, come hanno dimostrato le immagini che ritraggono un lago proprio nel bel mezzo del ghiacciaio.
La stessa lastra di ghiaccio che si distaccherà dalla montagna crollando e travolgendo gli escursionisti che proprio quel giorno avevano deciso di raggiungere la vetta.
Come hanno spiegato gli esperti, la pressione dell’acqua formatasi fra il ghiaccio e la roccia si è rivelata una bomba, sollevando la lastra fino a lanciarla nel vuoto a una velocità impressionante.
L’impatto è stato tremendo e la Protezione Civile ha lavorato per giorni per estrarre le salme dai detriti e trarre in salvo coloro che erano miracolosamente sopravvissuti.
Molti non ce l’hanno fatta, altri hanno la fortuna di poter raccontare cosa è successo, come la coppia che oggi, a quasi un mese dal disastro, ha trovato la forza di raccontare cosa è successo.
La versione della coppia sopravvissuta
Christian e Patricia sono due alpinisti francesi che si sono salvati da quella terribile valanga del 3 luglio.
Ora sono fuori pericolo e hanno rilasciato al loro versione dei fatti, dove descrivono i momenti dello schianto e le operazioni dei soccorritori.
Quella maledetta domenica c’erano anche loro nel gruppo di escursionisti che si preparava a raggiungere il ghiacciaio in cima alla Marmolada. Inizialmente Christian e Patricia erano stati inseriti nella lista dei dispersi ma successivamente si sono presentati alle autorità.
Al momento del distacco, hanno riferito di aver visto almeno 12 persone sul ghiaione. La loro testimonianza è già agli atti dell’inchiesta sulla strage e ora è stata pubblicata dalla rivista ‘Montagnes Magazine‘.
La rievocazione dei fatti è dolorosa e cruda per la coppia francese che voleva solo trascorrere una domenica all’insegna dell’avventura, in un luogo stupendo come il paesaggio della Marmolada.
La coppia ha deciso di rendere pubblico tutto ciò che ha vissuto solo dopo i funerali delle vittime
“Abbiamo esitato perché non è una storia faciel da raccontare”
Questo l’incipit dell’articolo intitolato ‘Felicità e orrore sulla Marmolada‘, su cui gli autori della rivista precisano di non aver lavorato a questo per alimentare del torbido intorno a questa vicenda ma solo per fare informazione.
La coppia francese ha puntualizzato di volersi raccontare in memoria di quanti non ce l’hanno fatta. Il racconto comincia con il ricordo di una bella escursione sulle Dolomiti partita dalle 6.30 ai piedi della Marmolada.
Una bella giornata insieme a molte altre persone, tutti ridono e si divertono e insieme si sale verso la cima.
Dopo pranzo si inizia la discesa con le corde di sicurezza e il gruppo si ritrova sul ghiacciaio. Ci sono diverse cordate nella discesa e la coppia si trova insieme ai due cechi che hanno perso la vita.
Tutto procede per il meglio, a un certo punto si sente un rumore assordante, quello della calotta di ghiaccio che è esplosa 100 metri al di sopra del punto i cui si trovavano gli escursionisti.
Un enorme lastra di ghiaccio, che si divide poi in blocchi grandi come camper, si schianta creando davvero un’atmosfera da apocalisse.
La coppia indossa i caschi per proteggersi come può dai diversi impatti. Succede tutto in pochi attimi: un flusso di acqua e fango travolge tutto e tutti.
L’ambiente si circonda di urla strazianti e all’improvviso, la coppia riferisce di aver sentito la calma assoluta.
I francesi soccorrono chi è ferito ma ancora in vita, per altri, come sappiamo, non c’era nulla da fare, addirittura c’era un corpo appeso alle pareti rocciose.
“mentre scatta l’allarme noi stavamo prestando i primi soccorsi, eravamo storditi am fortunatamente vivi. un quarto d’ora dopo sono arrivati gli elicotteri di soccorsi e la zona è stata evacuata”.
In questo frangente la coppia viene creduta dispersa, poiché in autonomia era scesa al punto di partenza. Tuttavia, nel pomeriggio del giorno dopo si presenterà ai Carabinieri.
Christian e Patricia descrivono con orrore e con la pelle d’oca la tragedia da cui, non sanno come, sono usciti vivi. Servirà loro del tempo per riprendersi da tutto ciò.
La calotta glaciale che è crollata intorno a loro era alta 80 metri, larga 200 e spessa 60.