A Torino la Guardia di Finanza ha scoperto una maxi truffa ideata da 5 persone: queste avrebbero fatto in modo di erogare il reddito di cittadinanza impropriamente a cittadini stranieri residenti all’estero.
Sappiamo che una conditio sine qua non per richiedere il reddito di cittadinanza è essere cittadini italiani, oppure stranieri che però vivono in Italia da almeno 10 ann. Ebbene, 5 persone hanno fatto in modo di aggirare questa norma, facendo percepire il contributo a cittadini rumeni residenti nel loro Paese.
Truffa a Torino
Il reddito di cittadinanza è protagonista di una vicenda molto triste e particolare. Tutto è accaduto a Torino e la vicenda ha avuto dei risvolti di certo non inaspettati.
Alcune persone hanno infatti messo in piedi una truffa da più di 1.400.000 euro: erano riusciti a far percepire il reddito di cittadinanza a stranieri che dicevano di risiedere nel capoluogo piemontese, ma che invece vivevano all’estero.
Sappiamo che questo impedisce l’erogazione del contributo, che può essere destinato solo a cittadini italiani, oppure che risiedono in Italia da almeno 10 anni.
Questi individui pensavano di poter agire indisturbati, ma in realtà così non è stato, perché la guardia di finanza torinese li ha scoperti.
Il “sistema” ideato dai 5
La guardia di finanza di Torino è riuscita a far emergere la truffa da 1.400.000 euro messa in piedi da alcune persone.
Ma cos’era accaduto esattamente? Una dei cinque – che lavorava come dipendente dell’Istituto di Patronato ente nazionale assistenza sociale ai cittadini / Caf Unione nazionale sindacale imprenditori e coltivatori – era in sostanza colei che di fatto svolgeva tutto.
Infatti la donna avrebbe inoltrato domande all’INPS di reddito di cittadinanza, ma non per cittadini italiani: i destinatari sarebbero stati infatti dei rumeni residenti in Romania, quindi tecnicamente non avrebbero avuto affatto diritto ad ottenere l’agevolazione.
In pratica lei, insieme ad altri 4 complici, avevano messo in piedi un vero e proprio sistema, “grazie” al quale ben 314 persone hanno dichiarato di risiedere a Torino, cosa ovviamente non vera.
Ad operare con lei, il marito: i due usavano documenti falsi per poter richiedere che venisse erogato il reddito di cittadinanza agli stranieri.
Insieme a loro, altre quattro persone – tutte di origine rumena – che in sostanza facevano da tramite tra la coppia e i beneficiari.
Il tutto è finto con cinque misure cautelari: una persona è oggi agli arresti domiciliari, mentre per altre quattro vi è obbligo di firma nei confronti di cittadini rumeni.