Durante l’estate la vendita e il consumo di pesce aumentano, soprattutto nelle zone costiere.
Nutriente e versatile, è un ottimo alleato se vogliamo perdere peso o mangiare in modo sano. Le ricette di pesce al forno sono anche molto semplici, perfette se siamo a dieta.
Diete a base di pesce
Il pesce bianco e il pesce azzurro ci forniscono nutrienti essenziali e dovrebbero essere combinati nei nostri menu settimanali.
Prepararli al forno non solo è molto gustoso, ma è anche un modo di cucinare molto sano e semplice. In tal modo non si dovrà aggiungere quasi nessun grasso, e non richiede molto tempo in cucina.
Con la varietà di pesci che arrivano nei nostri mercati ittici, è un peccato ricorrere sempre alla stessa specie.
Dovremmo essere incoraggiati a provare pesci diversi per arricchire i nostri menu e sfruttare al meglio tutte le loro proprietà, senza cadere nella monotonia della routine.
Possiamo optare per il pesce di stagione, adattandoci a ogni periodo dell’anno, e abbiamo sempre la risorsa pratica ed economica del pesce congelato.
Se non avete molta esperienza nella preparazione, non esitate a chiedere al vostro pescivendolo o a chiedergli di pulirlo e prepararlo per la griglia.
Nel forno possono essere messia a cuocere esemplari interi di grandi dimensioni come orata, branzino. Oppure singoli pezzi in porzioni, più facili da suddividere come sgombro o triglia.
Possiamo anche cucinare porzioni pulite delle specie più grandi – salmone, merluzzo, nasello – o semplicemente scegliere filetti puliti. La maggior parte delle ricette consente di preparare il contorno nello stesso contenitore, risparmiando così ulteriore lavoro.
Il limone si o no sul pesce?
Il limone è un agrume spesso considerato un compagno controverso di molti piatti, tanto da far discutere e impazzire chef e professionisti del mare. I dubbi sull’apporto del limone a certe ricette porta ad elaborazioni mentali di ogni tipo.
Ma da dove viene la tradizione per cui al pesce si dovrebbe abbinare il limone?
Le teorie sono infinite, tra cui l’antica usanza di spruzzare il limone sul pesce perché, secondo la leggenda, il succo di questo agrume era in grado di sciogliere le spine che si conficcavano nella gola.
E questa pratica è stata estesa al resto dei prodotti del mare. Molto popolare è anche l’idea che, poiché gli acidi del limone aiutano ad eliminare una grande percentuale di batteri nelle ostriche, l’usanza alla fine sia stata estesa a gamberetti, cozze o vongole.
Tuttavia, e purtroppo, la verità è che in molti ristoranti il limone è stato aggiunto ai loro piatti di mare per camuffare prodotti che non sono di giornata e che già iniziano a emanare un odore sgradevole.
Le proteine del pesce e dei crostacei, quando si decompongono, emanano un profondo odore di rancido che, però, viene eliminato con limone, aceto o pomodoro, impedendo all’odore di raggiungere le nostre narici.
Lo stesso dicasi per la frittura di pesce. In questo come per altre ricette il limone sul pesce finisce con il cuocere le carni, e alla fine perché ammoscia il croccante.
Nonostante questa consuetudine presente in molte case, dovuta quasi sempre a una tradizione familiare ereditata, che nessuno ha mai messo in discussione, i marittimi rifiutano completamente questa usanza.
Perfino per i molluschi il limone non va impiegato, ovviamente chi ha sempre agito in tal senso non riuscirà ad evitare di impiegare il limone sul pesce.