Addio Reddito di Cittadinanza, con la nuova riforma cambia tutto: chi rimane fregato

Sono circa 15 milioni i cittadini che usufruendo del Reddito di Cittadinanza si stanno domandando che fine farà la misura di sostegno dopo la crisi di governo in corso.

Reddito di cittadinanza
Reddito di cittadinanza -Lettoquotidiano.it

Cosa cambierà con il nuovo governo per il sostegno  introdotta nel 2019 dal primo governo Conte? In molti attendono la risposta.

Addio Reddito di Cittadinanza?

L’idea di abolire il reddito di cittadinanza era stata spesso  ventilata non solo da Giorgia Meloni leader del FdI, ma anche da Matteo Renzi.

Tanto che era stato proprio il leader di Italia Viva ad informare di una raccolta di firme che fosse destinata a richiedere un referendum per abolire la misura di sostegno. Una raccolta che sarebbe dovuta partire nel mese di giugno.

Carta Reddito di Cittadinanza
Carta Reddito di Cittadinanza – LettoQuotidiano.it

A quanto pare il destino del sussidio più chiacchierato di questa estate potrebbe essere segnato. Infatti sembra che se non verrà abolito grazie ad un referendum mai partito, il Reddito di Cittadinanza potrebbe subire un forte depotenziamento.

Sono passati appena 4 anni, dal momento in cui è partita la la misura di sostegno ( l’unica forma di reddito minimo garantito che esiste in Italia), e il 2023 potrebbe vedere un cambio di rotta totale.

Sembra essere in arrivo una norma la cosiddetta “spazza divani”, tesa a punire che i fannulloni, rei di intascare il reddito di cittadinanza e di non fare non nulla per trovare lavoro.

In realtà, per ora si tratta solo di una norma suggerita dal centrodestra, che se dovesse mai concretizzarsi dovrebbe rappresentare una vera e propria restrizione al reddito di cittadinanza.

Per quanto il reddito voluto dai grillini abbia molti estimatori ( e non solo tra chi lo percepisce) sono in tanti a vederlo come un mezzo capace di distorcere il mercato del lavoro.

In molti danno al sostegno la responsabilità della frenata alla richiesta di lavoro, da parte dei giovani.

Una norma da rivedere

Cameriera al lavoro
Cameriera al lavoro – LettoQuotidiano.it

Come ha auto modo di sottolineare il presidente dell’INPS Pasquale Tridico, in realtà il reddito di cittadinanza è una misura molto importante e necessaria per le tantissime famiglie che se ne fossero private, verserebbero in condizioni estremamente disagiate.

Tuttavia proprio l’estate tanto attesa ha portato a galla delle carenze di figure professionali, come hanno avuto modo d lamentare i ristoratori che si sono trovati con una penuria di camerieri.

La responsabilità è stata data al reddito e vista anche l’eco dei media, si è formato una sorta di partito avverso al reddito di cittadinanza.

Occorre dire che a fronte di ore infinite di lavoro troppo spesso non viene corrisposto un compenso “legale”. Nella realtà  si viene pagati con stipendi da fame. Ed ecco allora che si presenta come risposta a tutto: la norma spazza divani.

Ma cosa cambierebbe con la nuova norma? L’ennesima modifica della normativa sul reddito di cittadinanza arriva dal centrodestra.

 Protezione finanziaria familiare
Protezione finanziaria familiare – LettoQuotidiano.it

Le commissioni della Camera hanno già provato la norma spazza divani, per quanti beneficiano del reddito grillino, si prospetta una stangata di fine stagione.

Con la nuova normativa è previsto che i “privati possano fare offerte di lavoro ai beneficiari del reddito di cittadinanza”, tramite chiamata diretta.

Nel caso in cui il beneficiario oppone un rifiuto, questo verrà considerato e contato tra le voci atte far perdere il reddito.

Da reddito di cittadinanza a reddito di solidarietà

In realtà nel Paese si stanno agitando due sensibilità contrapposte. Infatti c’è chi lo vorrebbe del tutto abolito e chi lo vorrebbe trasformato e in grado di aiutare davvero chi si trova in difficoltà.

Trasformare insomma reddito di cittadinanza in un reddito di solidarietà. Una sorta di contributo in aiuto di quanti non lavorano e di età superiore a 60 anni. Non solo ma anche per così le famiglie in cui sono presenti minori o persone affette da disabilità.

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