Continua la guerra Russia – Ucraina e secondo gli ultimo dati, 13 persone hanno perso la vita in seguito a diverse bombe sganciate a Dnipro.
Secondo Mosca, bisogna indire un consiglio di sicurezza Onu su Zaporizhia mentre Kiev sostiene che i russi vogliono collegare la centrale nucleare alla Crimea.
Situazione della guerra Russia – Ucraina
Siamo arrivati al 168esimo giorno della guerra Russia – Ucraina e lo scontro è arrivato, nella giornata di ieri, fino in Crimea, nel cuore della difesa russa nella penisola.
Una base aerea che si trova in questi territori, ponte per le attività della flotta di Putin nel Mar Nero, è stata pesantemente danneggiata da molte esplosioni, alcune veramente potenti, avvertite a chilometri di distanza.
Il bilancio di questo attacco è quello di un morto e 7 feriti, fra cui anche dei bambini. Secondo Mosca si è trattato di un incidente in un deposito di munizioni e quindi ha sminuito quanto avvenuto.Da parte sua, Kiev ha dichiarato di non saper per quale motivo siano avvenute le esplosioni.
Tuttavia, sembra che alcune fonti militari ucraine abbiano rivendicato questo attacco e Mykhailo Podolyak, braccio destro di Zelensky, sostiene che si tratta solo dell’inizio.
Bombe anche nella città dell’Ucraina orientale, Dnipro, dove le esplosioni hanno ucciso 13 civili, e nell’aeroporto di Novofedorivk, in Crimea, dove anche qui il bilanzio è tragico, infatti c’è stato un morto e 13 persone ferite.
L’Ue
Intanto, è stato lanciato un satellite per spiare l’Ue e i Paesi Baltici e Kiev chiedono lo stop ai visti Ue per i turisti russi.
Il satellite è programmato per passare diverse volte al giorno nello spazio aereo iraniano e in questi lassi di tempo trasmetterà segnali e dati.
Lo scopo è quello di monitorare le risorse idriche ma anche controllare la sicurezza nelle aree di confine, controllare le zone dove ci sono miniere e rilevare i rischi correlati all’ambiente, nonché le costruzioni non autorizzate.
Per quanto riguarda il fronte energetico, la capitale russa ha comunicato che taglierà i flussi di petrolio dell’oleodotto Druzhba, il quale rifornisce l’Europa Centrale ed è stato risparmiato dalle sanzioni che l’Unione Europea ha imposto per quanto riguarda il cosiddetto oro nero.
Questo taglio ha coinvolto alcuni Paesi, ossia la Slovacchia, la Repubblica Ceca e l’Ungheria, a questi Mosca addebita la possibilità di pagare per transitare in Ucraina, a causa delle sanzioni.
Questo stop è entrato in vigore nello stesso giorno in cui l’Ue ha deciso di ridurre il gas, con un forte appoggio da parte della Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, complimentatasi con i Paesi che si stanno muovendo in questa direzione con misure apposite.
Gli ultimi aggiornamenti
Dagli aggiornamenti in merito alle vicende della guerra, emerge come intorno all’accordo sul grano ci siano ancora molti dissapori, infatti il contratto per la vendita del primo carico esportato in Libano, è stato annullato per il ritardo della consegna.
Il mercantile Razoni, che ha effettuato la consegna, ha lasciato il porto di Odessa con 26mila tonnellate di mais e doveva attraccare domenica a Tripoli ma il termine di consegna di 5 mesi ha spinto, secondo l’Ambasciata ucraina in Libano, acquirente e spedizioniere a concordare l’annullamento dell’ordine.
Altre navi continuano il loro viaggio, in particolare dalla firma dell’accordo ne sono partite 8 e secondo quanto emerso, non ci sono stati intoppi.
Continuano i pacchetti di sanzioni verso la Russia e l’Università di Kiev, secondo alcuni studi, afferma che se anche il Paese di Putin si è dimostrato resiliente in questo lasso di tempo, nel prossimo ano vedrà un calo dei ricavi derivanti da petrolio e gas, nonché un alto numero di disoccupati.