Elezioni 25 settembre, ecco il programma del centrodestra. Dal presidenzialismo alla flat tax

Mentre gli altri partiti e coalizioni cercano ancora una quadra (e il tempo stringe), il centrodestra non solo ha già simboli e alleati, ma ha anche stilato un programma su quello che intende fare una volta ottenuta la maggioranza dei seggi in Parlamento. Si chiama “Per l’Italia” e comprende 15 punti che spaziano dal presidenzialismo, tema carissimo a Silvio Berlusconi, alla flat tax passando, ovviamente, per la sicurezza e il contrasto dell’immigrazione irregolare

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Matteo Salvini, leader della Lega, Giorgia Meloni, numero uno di Fratelli d’Italia, e Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia: ecco i tre leader della coalizione di centrodestra – lettoquotidiano.it

Ancora non è ufficiale, ma tutti i giornali oggi lo hanno pubblicato. E il Cavaliere spiega perché il presidenzialismo sia la riforma giusta per l’Italia: “Esalta la democrazia, in Francia e Stati Uniti non è possibile quello che è successo qua, che dopo il mio governo non c’è stato alcun governo eletto dal popolo”, e poi parla anche di Sergio Mattarella, attuale Capo dello Stato

Il programma del centrodestra: dal presidenzialismo alla flat tax, ecco tutti i punti

Il centrodestra, ovvero Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, la Lega di Matteo Salvini, Forza Italia di Silvio Berlusconi e Noi Moderati di Maurizio Lupi e Giovanni Toti, partono davanti a tutti. Non solo sono molto avanti nei sondaggi preelettorali, non solo sapevano già da fine luglio chi ci sarebbe stato in coalizione, ma hanno anche già un programma.

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Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini – lettoquotidiano.it

Dettagliato o meno, sarà ufficiale nei prossimi giorni, dopo che si depositeranno i simboli delle liste (la scadenza è fissata per il 14 agosto, ovvero domenica), e ha un nome: “Per l’Italia”, a dimostrazione di quanto i vari leader tengano al bene del nostro Paese. Comprende 15 punti che spaziano dalla politica estera alla tutela dello sport, ma c’è spazio anche per le riforme istituzionali e per quelle fiscali. Vediamo insieme cosa il centrodestra intende fare se riuscisse a confermare le stime e governare.

Uno dei temi più controversi per quanto riguarda la coalizione è quello riguardante il posizionamento dell’Italia rispetto all’Europa e al Patto Atlantico: c’è chi definisce Meloni euroscettica e non solo, chi ritiene il Cavaliere e il Capitano troppo vicini a Vladimir Putin, oligarca di una Russia che ha invaso l’Ucraina. Ecco, per spazzare via ogni dubbio, il centrodestra ha chiarito come si procederà proprio nel primo punto del programma.

Italia a pieno titolo parte dell’Europa, dell’Alleanza Atlantica e dell’Occidente. Più Italia in Europa, più Europa nel mondo, si legge e quindi verrà data importanza alla tutela dell’interesse nazionale e la difesa della patria pur rispettando gli impegni assunti nella Nato, anche in merito al sostegno dell’Ucraina e quelli nell’Unione europea, anche se, anche in questo caso, si spingerà per ottenere una revisione alle regole del patto di stabilità e della governance economica. Per i tre numeri uno, è fondamentale un piano straordinario europeo per lo sviluppo del continente africano, oltre che la difesa e la promozione delle radici e delle identità storiche e culturali classiche e giudaicocristiane dell’Europa. In pratica: niente di nuovo rispetto a ciò che hanno sempre detto, anche prima della campagna elettorale, dai vari partiti.

Il secondo punto prevede il pieno utilizzo delle risorse del PNRR, con la revisione di alcuni accordi (importanti soprattutto per Fratelli d’Italia), ma viene posta l’attenzione anche sulle infrastrutture e sulla realizzazione delle grandi opere, con il potenziamento dell’alta velocità e quindi il ponte sullo Stretto, tema di fondamentale importanza per Berlusconi.

Ci sono poi le riforme istituzionali, della giustizia e della Pubblica amministrazione che iniziano con l’elezione diretta del Presidente della Repubblica (e anche qui c’è lo zampino di Forza Italia, e ne parleremo meglio dopo). Ci sarà anche da riprendere il discorso delle autonomie, così come quello sulla riforma della giustizia e dell’ordinamento giudiziario, con la separazione delle carriere e la riforma del CSM.

Nel quarto punto si entra nel mondo del fisco, che sarà equo dicono dal centrodestra, l’argomento è molto dibattuto ed è uno dei più cari a tutti e tre i leader. Si inizia con la riduzione della pressione fiscale per le famiglie, le imprese e i lavoratori autonomi, viene detto a chiare lettere che non si vogliono patrimoniali (qualora non si fosse capito, per giunta), verrà riproposta ancora la pace fiscale e il “saldo e stralcio”, e poi c’è la flat tax.

Nel merito, “Per l’Italia” prevede solo un’estensione per le partite IVA fino a 100mila euro di fatturato e sull’incremento di reddito rispetto alle annualità precedenti, con la prospettiva di un ulteriore ampliamento per le famiglie e le imprese, quindi non si conosce l’aliquota (Salvini dice il 18%, Berlusconi il 23%) e probabilmente ci sarà da discutere ancora.

Verrà dato anche un sostegno alle famiglie e alla natalità con politiche che vogliono azzerare il costo degli asili nidi, per esempio, e viene citata anche la tutela della salute, senza menzionare la medicina privata. E poi ci sono la tanto cara sicurezza e il contrasto all’immigrazione irregolare, che è anche il punto più corposo.

Decreti sicurezza, ampliamento dell’organico e delle dotazioni per le forze dell’ordine, anche per quanto concerne la sicurezza nelle strade, riqualificazione di quartieri, edifici, stazioni e parchi in stato di degrado, contrasto al fenomeno della violenza sulle donne, lotta alle mafie e al terrorismo, ma anche alla diffusione e allo spaccio delle droghe, un piano per le carceri con maggiore attenzione alla polizia penitenziaria.

Poi: contrasto all’immigrazione irregolare e gestione ordinata dei flussi legali di immigrazione, favorire l’inclusione sociale e lavorativa degli immigrati regolari, difesa dei confini nazionali ed europei come richiesto dall’UE con il nuovo Patto per la migrazione e l’asilo, con controllo delle frontiere e blocco degli sbarchi per fermare, in accordo con le autorità del nord Africa, la tratta degli esseri umani, creazione di hot-spot nei territori extra-europei, gestiti dall’Unione Europea, per valutare le richieste d’asilo, completano il quadro delineato dal centrodestra.

Nella difesa del lavoro, dell’impresa e dell’economia, c’è il taglio del cuneo fiscale in favore di imprese e lavoratori, la riduzione dell’IVA sui prodotti energetici e un calmieramento per i prezzi dei beni di prima necessità, il contrasto al lavoro irregolare, il rafforzamento della prevenzione degli infortuni e defiscalizzazione dei costi della sicurezza sul lavoro, innalzamento del limite all’uso del denaro contante, allineandolo alla media dell’Unione Europea.

Di importanza vitale è il punto 9 del programma, ovvero quello che riguarda lo stato sociale e il sostegno ai bisognosi. Berlusconi ha parlato subito di pensioni a 1000 euro, Salvini ha più volte ribadito la volontà di superare la legge Fornero (quella che manda in pensione a 67 anni), ma qua si parla solo di “flessibilità in uscita dal mondo del lavoro e accesso alla pensione, favorendo il ricambio generazionale”.

Chiaramente verrà cancellato il reddito di cittadinanza, sostituendolo con misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro, e ci sarà un occhio di riguardo per i disabili.

Meloni ha messo la firma sul Made in Italy, cultura e turismo con tanto di punti programmatici per valorizzare la bellezza del nostro paese, le nostre eccellenze, il nostro patrimonio, e così via. Per stare al passo con i tempi (e un po’ anche perché ce lo richiede l’Europa), si è badato alla sfida dell’autosufficienza energetica, all’ambiente, che è considerato una priorità. E poi c’è l’agricoltura, definita la nostra storia e il nostro futuro.

Parlando di futuro si chiude con i giovani, e con la scuola, l’università e la ricerca, e pure lo sport. Si dovrà rivedere in senso meritocratico e professionalizzante il percorso scolastico, ci dovrà essere un piano per l’eliminazione del precariato del personale docente e investimento nella formazione e aggiornamento dei docenti altamente specializzati attualmente all’estero, ci sarà un sostegno allo sport quale strumento di crescita e integrazione sociale e promozione di stili di vita sani, il potenziamento degli strumenti di finanziamento per esperienze formative e lavorative all’estero per giovani diplomati e laureati, finalizzate al reimpiego sul territorio nazionale delle competenze acquisite e il supporto e valorizzazione degli enti del Terzo settore e delle associazioni sportive dilettantistiche, nell’ottica del principio di sussidiarietà, e la reintroduzione e rafforzamento del sistema del prestito d’onore per studenti universitari.

Berlusconi: “Se passa il presidenzialismo, Mattarella dovrebbe dimettersi”

A dimostrazione che “Per l’Italia” esiste davvero, Berlusconi oggi è intervenuto a Radio Capital parlando proprio del presidenzialismo. Il Cavaliere non ha mai nascosto le sue mire per il Quirinale, anzi: dopo la debacle di fine gennaio, il leader di Forza Italia ha studiato nuovamente la via della riforma costituzionale per l’elezione diretta del Capo dello Stato.

Se entrasse in vigore il presidenzialismo – ha detto -, Mattarella dovrebbe dimettersi, poi magari potrebbe essere eletto di nuovo”. Non ha parlato, però, di una sua candidatura, anzi ha risposto dicendo di rimanere sulle cose attuali, ma la riforma è auspicabile, secondo lui, perché “il presidenzialismo esalta la democrazia. In Francia e Stati Uniti non è possibile quello che è successo in Italia: dopo il mio governo non c’è stato alcun governo eletto dal popolo”. E sono piovute tante critiche, soprattutto in merito all’attuale Presidente della Repubblica.

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